Qual è il segreto della video viralità?

Sette consigli per rendere un video virale in un web sempre più affollato di contenuti.
Dopo aver pubblicato alcuni consigli riguardanti un uso strategico del Visual Storytelling, in questo articolo ci si concentrerà più in dettaglio sul contenuto video, in particolare su come renderlo virale. È doveroso specificare che nessun video nasce virale, ma diventa tale attraverso la creazione di un contenuto che sia in grado di ottenere un alto numero di visualizzazioni e condivisioni grazie alla sua qualità e al passaparola. Oggi, considerati i dati impressionanti sul numero di video che vengono caricati ogni ora su YouTube, le possibilità per le aziende di essere notate si sono drasticamente abbassate e le opportunità di diventare virali quasi annullate. Per questa ragione potrebbe essere utile tenere in considerazione alcuni dei seguenti aspetti, che hanno l’obiettivo di migliorare l’efficacia di un video al fine di renderlo virale.
Naturalmente, non esiste un vademecum ufficiale della video viralità e quanto segue è non rappresenta una pretesa in tal senso, piuttosto un ragionamento “ad alta voce”.
Raccontare una storia avvincente
La storia narrata è la cosa più importante. In tutti i video divenuti virali la storia era centrale, in modo tale da essere sotto una luce maggiore rispetto al prodotto stesso. Infatti, il prodotto deve giocare un ruolo marginale, apparire alla fine del video o non apparire affatto.
Il titolo e la thumbnail
La scelta del titolo è un altro aspetto importante, capace sia di persuadere l’utente a visionare o meno il vostro video, sia di influenzare l’indicizzazione su YouTube e sui motori di ricerca. Inoltre, bisogna fare particolare attenzione a dare titoli contenenti locuzioni come “il migliore” o “il più divertente” se poi non mantengono le aspettative, poiché causeranno una pesante perdita di credibilità. Per quanto riguarda la thumbnail, ovvero l’immagine di anteprima, è fondamentale sceglierne una che possa attirare al massimo l’attenzione e che sia coerente con il contenuto. Se quest’ultima condizione non fosse rispettata, si andrebbe incontro a un gran numero di visualizzazioni, ma con un’alta percentuale di abbandono.
Colpire lo spettatore nei primi 5 secondi
Una delle tecniche utilizzate maggiormente dai creativi è quella di catturare l’attenzione dell’utente già nei primi 5 secondi, in modo da tenerlo incollato allo schermo fino alla fine del video.
Provocare montagne russe emozionali
La capacità di raccontare una storia con un video, ovvero il video storytelling, include l’abilità di imprimere un andamento da montagna russa emozionale. In altre parole, oltre a raccontare una storia, un video dovrebbe appassionare e suscitare emozioni. Per massimizzare questo aspetto, bisognerebbe alternare momenti di tristezza a momenti di gioia. Soltanto in questo modo è possibile tenere alta e viva l’attenzione dello spettatore fino al termine del video.
Coinvolgere gli influencer
Il contenuto e la storia sono i due aspetti più importanti, ma anche la distribuzione gioca un ruolo cruciale. Nelle fasi iniziali di diffusione, è consigliabile che il video venga distribuito a un gruppo selezionato di influencer per essere lanciato sui canali social. L’endorsement di celebrità del web può aiutare concretamente un video, garantendogli risultati migliori grazie a un eco maggiore generato dai tanti fan/follower al seguito.
Sorprendere senza scioccare
Nello storytelling di un video l’elemento sorpresa è una caratteristica fondamentale al fine di generare viralità. È necessario però fare particolare attenzione a non superare il limite, evitando di scioccare lo spettatore. Infatti, la natura edonistica del video è una delle ragioni per cui viene guardato e condiviso e nessuno vuole essere associato ad un contenuto capace di creare disgusto o altre sensazioni simili. Inoltre, quando l’effetto choc non è inerente al contesto, oltre a portare lo spettatore all’abbandono della visione danneggia anche l’immagine aziendale.
Inserire una call to action
L’ultima raccomandazione è quella di inserire una call to action chiara, semplice e incisiva, capace di spingere lo spettatore a condividere il video. Infatti, un errore che spesso le aziende commettono è quello di creare un video spettacolare, non accompagnato però da un invito all’azione.
Federico Bellu