Social Media News

IAB Mobile: testimonianze di Giornalismo e Social Media

Durante lo IAB Mobile Seminar 2016 sono state condivisione le esperienze e le visioni sul futuro rapporto tra social network e giornalismo da parte di eccellenti testimonial dei quotidiani La Repubblica e La Stampa.

Brand e tematiche principali

Ieri ho partecipato, per lavoro, all’evento IAB dedicato esclusivamente al mondo Mobile, assistendo a interessanti speech di alcune tra le più importanti realtà del panorama digitale italiano e internazionale, quali Audiweb, Episteme, Fastweb, Ligatus, Unipol SAI, AOL, Bing & Cortana di Microsoft, AdKaora e DoveConviene. Si è discusso di pubblicità online, dello stato della Rete in Italia, di info-commerce, realtà aumentata, intelligenza artificiale combinata a bot, machine learning e cognitive services, ma, tra tutti i relatori, quelli che mi hanno incuriosito particolarmente sono stati Mario Calabresi, Direttore de La Repubblica e Massimo Russo, Co-Direttore de La Stampa.

IAB Mobile Seminar 2016 - Futuro Mobile Italia

Giornalismo e Social Media

Il contributo dei due speakers è stato a mio avviso molto istruttivo, sarà per l’evidente competenza mista a bagaglio multi-culturale, sarà perchè il mio brackground accademico-professionale mi ricorda che, in effetti, rimango pur sempre (si spera, ci si prova) un uomo di penna (o di tastiera), ma ho raccolto alcuni spunti di ispirazione per il presente articolo (meglio usare “pezzo”, per essere maggiormente in tema?), che vorrei dipanare per punti, partendo da quanto condiviso dal duo Calabresi-Russo sul palco.

Proposta

Giornalismo e Social Network

Diffidenza per i Social Network

L’informazione giornalistica (cartacea) italiana ha avuto troppo timore di avvicinarsi all’universo social, frenata dalla paura di perdere il controllo (e il monopolio?) sui contenuti qualora questi fossero stati posti all’esterno del proprio “contenitore” (giornale, rivista, etc.). Perdita di lettori, di ritorno degli investimenti, di vendite, tutto questo ha tenuto l’editoria giornalistica lontana dalle piattaforme sociali sulle quali, parola di Calabresi, hanno iniziato ad avvicinarsi (e a sfruttarle) solo negli ultimi 12 mesi (grazie ad accordi con Provider di punta come Facebook, Google, Amazon, Apple, etc.).

I nuovi Video Reporter sono su Facebook Live

La mossa di Facebook di introdurre i Live Video e, come annunciato durante l’F8 2016, le APIs per sviluppare app customizzati per sfruttare la diretta streaming al suo interno (e i suoi miliardi di utenti), sembra aver trovato subito riscontro. Due esempi su tutti. Primo, la NBC ha avviato un programma di formazione e aggiornamento destinato ai propri giornalisti, anche e soprattutto quelli della vecchia guardia, al fine di insegnare loro l’utilizzo delle nuove tecnologie social e mobile e soprattutto tecniche di ripresa e regia (con uno smartphone), al fine di incentivare l’uso del video in diretta streaming direttamente attraverso la Fan Page ufficiale su Facebook. Secondo, La Repubblica, e questo sempre confermato dallo stesso direttore Calabresi, è stata l’unica testata giornalistica a trasmettere in diretta l’evento F8 di Facebook all’interno di un arco temporale pari a 24 ore con ben 40 interventi live gestiti direttamente dai propri collaborati (che, sembra, si siano detti molto disponibili a cimentarsi nell’esperimento). La Repubblica infatti ha deciso di investire molto sui formati video, convinti che i contenuti multimediali siano il futuro (la redazione conta su un reparto creativo di Graphic e Motion Designars composto da decine e decine di unità) e per sfruttare a pieno le performance di Facebook Live Video (secondo quanto condiviso da Zuckerberg durante l’F8, un video in streaming ottiene 10 volte il numero di visualizzazioni di uno caricato). E infatti la diretta dell’evento ha fruttato oltre 1 milione di visualizzazioni.

La Guerra dei Bot: Telegram in vantaggio?

Ormai sono l’argomento nel momento, a pieno titolo direi, e infatti i riferimenti alle nuove dinamiche di interazione Uomo-Macchina legati ai ChatBots non sono mancati. Massimo Russo, Co-Direttore de La Stampa, quotidiano italiano tra i più antichi (nel 2017 festeggerà i 150 anni), ha condiviso con il pubblico il suo interesse e attenzione verso l’universo Bot e di come questi possano in effetti modificare le abitudini degli utenti e migliorare l’esperienza e la conoscenza dei lettori. A parte un’ipotesi neanche tanto malsana di sviluppare un Messenger Bot per fornire informazioni automatizzate in merito ai metodi e tempo di pagamento del Canone RAI, interessante è stata la testimonianza relativa all’utilizzo di Telegram (anche questa una piattaforma che sta riscuotendo molto successo e che vi consiglio di tenere sott’occhio), all’interno del quale La Stampa ha creato un proprio canale per fornire News e informazioni ai propri lettori. Un articolo infatti, relativo al progetto SPID (Agenda Digitale, accesso online ad alcuni servizi della Pubblica Amministrazione) lanciato recentemente dal Governo Italiano, è stato prima pubblicato sul sito ufficiale, scritto seguendo il classico stile giornalistico, e poi ri-condiviso all’interno di Telegram, con un “tono di voce” più informale e un formato più adatto al mobile. Risultato? Il tasso di apertura dello stesso articolo è stato molto più alto su Telegram, raggiungendo addirittura un 90%, e condito da una moltitudine di interazioni e commenti. Segno che su Telegram (che già vanta un’ampio Bot Store) si deve investire (e non solo qui).

In definitiva, nonostante la carta stampata sia comunque in crisi, che il numero di lettori disposti a compare un quotidiano in edicola sia in calo, l’Informazione ha il dovere di rinnovarsi, sia nel prodotto che nei processi, aprendosi alle Reti Sociali e ai Media di Comunicazione Istantanea, altrimenti, il rischio (neanche tanto evitabile, ormai), sarà la fine del giornale di cellulosa, e questo La Repubblica e La Stampa, lo hanno capito in tempo (forse anche troppo, puntando principalmente alle visite, qualche volta o troppo spesso a discapito della qualità dei contenuti e con tecniche, come potremmo dire, non proprio ortodosse, per invitare al click?).

Tommaso Lippiello

Tags

Tommaso Lippiello

Lavora da tempo come Digital Program Manager per Agenzie di Marketing e Comunicazione e in Aziende del settore ICT. Consulente Digitale per realtà come DigiCamere - Camera di Commercio di Milano, Microsoft Bing, Reply e Luxottica, è attualmente Digital Innovation Manager in CRAI Secom SpA, Docente presso l'Università LIUC nel corso "La comunicazione interattiva: blog, social network, app, business network" presso la facoltà di Economia e Management e Advisor allo IULM Innovation Lab. Esperto di Social Media ha esperienza come Speaker e Formatore ed è il creatore e redattore di SocialMediaLife.it e co-Founder di MobilitaPubblicoImpiego.it. Seguimi su:

Related Articles

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Check Also
Close
Back to top button
Close
Close