Dipendenza Mobile: tutta colpa dei Social Media?

I dati sulla penetrazione Mobile denotano un aumento degli accessi da dispositivi portatili mostrando una popolazione iperconnessa e pericolosamente a rischio di dipendenza dalla Rete.
Sempre più connessi, costantemente online, intenti a postare, condividere, commentare qualsiasi cosa, dal cane parlante all’epic fail del motociclista macho, dal meme dissacrante alla notizia del momento, dalla foto profilo ritoccata pro o contro la causa “in” (che fa tanto protesta one-shot radical-chic) al selfie-balneare-food-pornografico-quanto-siamo-belli-e-fighi-questa-estate! Insomma, il morbo esiste, l’epidemia è scoppiata e il portatore sano si chiama smartphone, in cui le sue varianti brand-patologiche. Chi ne è affetto? Beh, quasi il totale della popolazione mondiale (stando agli ultimi dati diffusi da We Are Social), che ha registrato una media pari a circa uno smartphone per ogni abitante del Pianeta (6.5 miliardi di smartphone su 7 miliardi di individui).
Si legge la posta elettronica, si naviga in Rete, si accede ai social media, si ascolta musica e si guardano video, si scrivono tanti ma tanti messaggi istantanei, si gioca. Queste le principali attività per i possessori di uno smartphone, ma la vera domanda è: quando lo fanno? E soprattutto, quali potrebbero essere le reali conseguenze di una così massiccia diffusione di uno strumento che, a conti fatti, è divenuto ormai onnipresente e indispensabile?
Assuefazione, isolamento e asocialità, ma soprattutto distacco dalla realtà oggettiva quotidiana! Esagero? Forse no! Questo è quanto emerso da uno studio condotto dal Pew Research Center su un campione di utenti Statunitensi a cui è stato chiesto non come ma dove è corretto utilizzare il proprio cellulare in ambienti pubblici. Le differenze, classificate per gruppi d’età, hanno mostrato alcuni dati interessanti che dimostrano come, soprattutto i millennials, non vogliano proprio fare a meno dello smartphone.
Questione di etichetta, o se volete di Netiquette.
A parte gli over 65, il grafico mostra una tendenza all’omogeneizzazione degli atteggiamenti. In testa ovviamente il gruppo 18-29 anni, per i quali utilizzare il proprio telefono sui trasporti pubblici non è affatto un problema. Stesso discorso se si attende in fila di sbrigare qualche affare (e come dargli torto? pensate un pò a uffici postali o enti pubblici italiani!). A seguire, quando si è a passeggio, segno che i tempi sono cambiati e si preferisce lo smartphone alla compagnia di amici, partner o del più classico e fedele cane!
Dove non dovremmo proprio utilizzare il cellulare?
Durante un Meeting (beh, almeno a lavoro!) e in un Cinema (eppure c’è sempre quel simpaticone che accende la fastidissima luce dello schermo e, neanche tanto a bassa voce, risponde: “sono al cinema, non posso parlare” – beh, l’ho hai appena fatto!). E a tavola con la famiglia? Smartphone si, smartphone no? Dalle mie parti un proverbio recita “quando si è a tavola, si combatte con la morte”, ma forse questo non vale per quello sparuto gruppetto di immortali che ha detto si?
Scherzi a parte, a mio avviso il quadro non è certamente roseo. Stiamo assistendo a un processo di massificazione dei costumi e, soprattutto, di alienazione e ottundimento!
[Tweet “Lo smartphone non è la toppa attraverso cui rincorri il bianconiglio nel Paese delle Meraviglie”]
Luddismo Ludico? Ci siamo arrivati!
Tommaso Lippiello