Vuoi un dolcetto? Costa solo un tweet!

Quando dimenticare il portafogli a casa non è più un problema: questa è l’era del pay per tweet!
Qualche giorno fa, uscendo dall’università, notai un bel po’ di gente accalcata nel piazzale: la folla era attratta da una strana roulotte lilla, un po’ come quelle che vendono panini alle sagre (ma questa era lilla!)… In effetti, essendo ora di pranzo, un panino ci stava in pieno. Mi avvicino e rimango a dir poco perplessa: la roulotte regalava dolcetti in cambio di un tweet o di un post su facebook! Bastava twittare o postare un pensiero carino sulla pasticceria in questione e voilà! un dessert per te. Peccato che il mio cell non ha la connessione….!! Grrr!
Racconto a parte, l’iniziativa mi aveva davvero incuriosita e ho cominciato ad informarmi sulla “social currency”: è così che difatti viene comunemente chiamata la ‘valuta sociale’, una nuova originalissima moneta. Dopo il pay per View e il pay per Click arriva insomma il Pay per tweet! Ma da dove nasce questa bizzarra forma di baratto 2.0? Tra i primi casi si registra quello di Bos, ditta sudafricana di thé freddo, che ha messo a punto la prima Tweet Vending Machine, un distributore di bibite, comparso a Cape Town, che non accettava monete ma solo tweet con hashtag #bostweet4t;
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=KWSRRLFPCYk]
e, a Londra, l’iniziativa della Kellogg’s che per cinque giorni (dal 24 al 28 settembre) ha lanciato il suo ultimo prodotto (che è anche il suo primo snack salato) offrendo agli avventori una bustina di cracker in cambio dei loro cinguettii, prontamente visualizzati sui monitor del negozio. Ovviamente non si doveva dimenticare di menzionare nel tweet la casa produttrice e l’hashtag #tweetshop.
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=mzUXa6JThVQ]
Le campagne, non c’è che dire, creative e virali, incuriosiscono già in molti e tante altre aziende si chiedono in questi giorni se effettivamente convenga ‘vendere’ i propri prodotti in cambio di tweet e post. La Kellogg’s dice di sì: attraverso il suo tweetshop è riuscita allo stesso tempo a lanciare sul mercato un prodotto completamente nuovo per il brand, farlo conoscere a una gran quantità di possibili consumatori e, soprattutto, di testarlo, avendo un feedback in real time! Per non parlare poi dell’ondata mediatica che si registra sui social network in occasioni di iniziative come queste. E’ vero, il costo materiale dell’acquisto del prodotto è pari a zero, ma se si pensa alla visibilità che i consumatori regalano al marchio, allora i conti sono da rifare.
Una cosa, credo, sia ormai più che chiara: nel mercato attuale la reputation e l’engagement valgono più dell’oro!
Giulia Naddeo