Sei su Facebook in ufficio? Il capo vuole controllare

Oltre al curriculum vitae e il badge, adesso negli uffici i capi possono chiedere ai propri dipendenti di mostrare loro il profilo social. In America stanno già provvedendo.
Il confine tra pubblico e privato è sempre più labile, per scelta o per virtù sono sempre meno le persone che evitano di postare la loro vita su Facebook. Complici anche i dispositivi mobile e le connessioni sempre più veloci, sapere dove, quando, perché e come di qualcuno è ormai un gioco da ragazzi, ma che adesso perfino i datori di lavori vogliano a tutti costi vedere il profilo Facebook dei dipendenti sembra un’esagerazione.
In America i legislatori si stanno già muovendo per avviare azioni legali a tutela della privacy dei dipendenti. Nello stato di Washington hanno appena introdotto un emendamento alla nuova legge della tutela dei dati personali sul luogo di lavoro, mentre in California è entrata in vigore una legge in proposito e nei restanti stati si sta lavorando a legiferare in materia.
Il disegno di legge originario prevedeva una buona tutela dei diritti di privacy dei dipendenti, impedendo di fatto che i superiori potessero in alcun modo sbirciare tra quanto pubblicato sui profili social dei lavoratori o dei candidati per l’assunzione. La pratica è abbastanza diffusa negli Usa soprattutto in fase di recruiting.
Mentre in America il legislatore ha già avviato varie predisposizioni per tutelare lavoratori dipendenti ma anche le stesse aziende, in Italia la giurisprudenza sui casi social network langue: lo Statuto dei lavoratori del 1970 vieta “l’uso di impianti audiovisivi e altre apparecchiature per finalità di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori” e quindi l’invadenza dei datori di lavoro dovrebbe essere sufficientemente frenata, ma ad oggi non esiste nessuna legge ad hoc a tutela della privacy sui social network.
Voi che ne pensate??? E’ giusto che un capo sbirci sui profili dei propri dipendenti per tutelare la sua azienda oppure è una violazione della privacy?
Francesca Lizi