Facebook vs Privacy: è class action

La casa blu di Zuckerberg trema di fronte a una class action di venticinque mila persone; la causa? La violazione della privacy.
Non c’è pace per Facebook: non bastano gli attacchi di hacker o il moltiplicarsi di cugini e fratelli minori, adesso anche la giustizia è contro il social network.
L’azione legale parte dall’Austria contro la filiale europea di Facebook e la richiesta è di un risarcimento di 500 euro ad utente per ben venticinque mila iscritti. Il portavoce nonchè legale di tutti è Max Schrems, studente di legge che ha già fatto più volte causa a Facebook.
Lo studente contesta al social network l’assenza del consenso dell’interessato a molti tipi di utilizzi di dati, il supporto al programma di spionaggio dell’agenzia per la sicurezza nazionale americana Prism, il tracciamento degli utenti anche su siti diversi da Facebook tramite il pulsante “like”, il monitoraggio massiccio degli utenti attraverso l’uso dei cosiddetti “Big Data”, l’introduzione del sistema di ricerca denominato Graph Search. Insomma, tutto quello che va a toccare la privacy degli utenti non viene tutelato.
Ed ecco la risposta di Facebook:
Le azioni di Mr. Schrems hanno più lo scopo di fargli pubblicità che di proteggere le persone, e questo è solo l’ultimo degli sforzi che egli compie allo scopo di generare attenzione su di sé. Non ci sorprende che una piccola percentuale di utenti di Facebook abbia firmato una petizione nella speranza di guadagnare 500 euro, ma speriamo che la gente veda la campagna di disinformazione di Mr. Schrems per quello che è.
Ovviamente la questione, se vista da un altro punto di vista, va a toccare di nuovo la questione dello spionaggio e dell’uso di dati da parte di colossi dell’informazione Americana a danno degli europei: non dimentichiamo il recente scandalo che ha provato non poche frizioni tra Germania e America.
Francesca Lizi