Facebook al servizio delle forze dell’ordine con ‘Alert’

Annunciato l’accordo per facilitare il ritrovamento dei bambini scomparsi tramite segnalazioni nelle news feed.
Su Facebook, si sa, le notizie corrono veloci, accavallandosi spesso l’una con l’altra e sono tantissimi i post che vengono pubblicati con lo scopo di ritrovare persone scomparse, sfruttando il vasto bacino d’utenza e la rapidità di scambio delle informazioni. Così Zuckerberg ha annunciato l’avvio del servizio “Amber Alert” (per ora attivo soltanto negli Stati Uniti e limitato alla sola diffusione delle segnalazioni):
In passato gli utenti della piattaforma si sono già mobilitati per casi di bambini scomparsi, abbiamo pensato di adottare questo metodo per mettere a frutto il potere della nostra community.
Ma come funziona Amber Alert?
In collaborazione con il National Centre for Missing and Exploited Children (Centro Nazionale per i bambini scomparsi) e le forze dell’ordine, viene redatta una sorta di scheda della persona scomparsa (missing person), con foto e informazioni salienti che apparirà all’interno del nostro news feed in evidenza e solo qualora ci si dovesse trovare nella zona interessata. La segnalazione delle scomparse funziona a livello nazionale e opera anche in caso di sospetto rapimento, in maniera personalizzata da utente ad utente sulla base della località dove si è verificato il fatto.
Gli “Amber Alerts” appariranno in spazi determinati e saranno visualizzabili sia dall’interfaccia standard che da quella mobile. Inoltre gli utenti potranno condividere gli avvisi con i loro contatti, rimandando a notizie più dettagliate e precise direttamente sul sito del Centro scomparsi.
I primi risultati sull’utilizzo degli “Amber Alerts” sono soddisfacenti, riuscendo il più delle volte nel loro intento. Come il caso di un ragazzino di undici anni che è stato ritrovato nel Sud Carolina proprio grazie a questo tipo di annunci, o ancora quello più recente del ritrovamento di una ragazzina, riconosciuta dal proprietario di un motel proprio grazie agli allarmi diffusi attraverso Facebook, segno dell’importanza di utilizzo sempre maggiore che questo social network sta acquistando giorno dopo giorno e il superamento della semplice condivisione di contenuti puramente di intrattenimento con i nostri amici.
Sarebbe auspicabile che questo servizio venga reso presto disponibile anche nel nostro Paese, supportando così le ricerche di scomparsi che si verificano ormai quotidianamente.
Francesca Cucciniello