Social Networks: opportunità relazionale o gogna mediatica?

Cyber Bullismo e altri rischi della Rete sono il lato oscuro del Web e dei Social Media.
Nella giornata nazionale contro il bullismo credo sia opportuno fare il punto della situazione e provare a capire cosa rappresenti il fenomeno a livello digitale e quali possano essere le contromisure da adottare per prevenire e arginare casi di violenza sociale sempre più all’ordine del giorno. Il proverbio recita che “l’occasione fà l’uomo ladro”, nel mio caso l’occasione è stato l’evento PF EXPO 2017 organizzato da Professione Finanza e più che ladro, ha fatto del sottoscritto un homo orator.
Lo scorso 26 gennaio 2017 si è tenuta infatti la quarta edizione milanese di PF EXPO, incentrata quest’anno sul tema “La Famiglia: una ricchezza da protegge”. Nello specifico, assieme al giornalista, scrittore e comunicatore Luca Pagliari, autore del docufilm #Cuori Connessi, opera realizzata in collaborazione con la Polizia di Stato e incentrato su testimonianze e denunce del sempre più diffuso fenomeno del cyber bullismo in Italia,
ho provato a dare il mio contributo e punto di vista all’interno del workshop dal titolo “Il Galateo nell’era digitale: cosa fare per cyberbullismo e web reputation“.
Ho dunque improntato il mio speech sull’argomento “Social Networks: opportunità relazionale o gogna mediatica?“, con l’intento di mostrare le due facce della medaglia del Web e dei Social Media, di come possano rappresentare uno potente e valido strumento di networking ma, allo stesso tempo, una gogna in pubblica piazza, anche se virtuale. Un topic delicato, difficile da trattare e troppo spesso insabbiato per mancanza di competenze, volontà e capacità di sollevare il problema perché l’artefice delle persecuzioni (o meglio, gli artefici, perché la dinamica del “branco” rappresenta la condizione favorevole perché le vessazioni abbiano luogo) può tranquillamente celarsi dietro le fattezze di un figlio o figlia, un fratello o sorella o un amico o amica. Nessuno è colpevole, tutti sono indiziati!
Per chi lavora a contatto con il Web e i Social Media, per chi è connesso mediamente 16 ore al giorno (ammesso e non concesso che vi riserviate le classiche 8 ore di sonno, sottratte al conteggio di una giornata di 24 ore), comprendere opportunità e rischi della Rete è molto più semplice, così come adottare le corrette precauzioni per non incappare in molestatori o adescatori. Ma per chi percepisce nell’Internet solo una valvola di sfogo, nella quale perdersi o peggio, riversare tutte le proprie frustrazioni, rancori e più infimi istinti primordiali, la cosa diventa leggermente più complicata.
Ecco che diventa indispensabile imparare a utilizzare la tecnologia nel rispetto degli altri e per la preservazione del sé. Concetti come Prevenzione e Denuncia dovrebbero rientrare nel vocabolario dell’internauta o del social user sin dai primi passi, ed entrambi dovrebbero rappresentare, a loro volta, atteggiamenti frutto dell’Educazione genitoriale, sia essa istruita da genitori, educatori o insegnati. Non solo Educazione però, bensì Educazione Digitale e al Digitale, perché l‘info-povertà è la nuova frontiera del pauperismo socio-economico-educativo, dal momento che l’attuale Rivoluzione Digitale (o Telematico-industriale) sta imponendo nuovi criteri di valutazione della ricchezza e crescita di un Paese definibile “sviluppato”, e non ci si può dunque esimere dal conoscere la materia.
I fatti di cronaca sono sotto gli occhi di tutti ma purtroppo si preferisce distogliere lo sguardo ed etichettare chiari atti di violenza o molestie perpetrate in maniera reiterata e costante come “ragazzate” da parte di chi, forse, non ha saputo educare al meglio i carnefici di turno? Manca l’oggettiva percezione del danno commesso o del pericolo in atto. Il cyber-bullo spesso non ha reale coscienza della portata delle azioni compiute e la vittima, di contro, non ha la forza di reagire, di condividere l’abuso (in ogni sua sfaccettatura) e quindi di fare muro assieme alle persone più care e di denunciare. Il rischio, è chiaro, è quello di divenire un ennesimo caso di cronaca.
Non sto enfatizzando la cosa millantando affermazioni a caso o frasi fatte. I dati parlano chiaro (e ne potrete trovare conferma anche in Rete), anche prendendo in esame una sola regione italiana:
- In Lombardia sarebbero 71.000 i ragazzi d’età compresa tra i 15 e i 24 anni ad aver avuto esperienza diretta di episodi di cyber bullismo («Progetto Selfie», ricerca condotta da Semi di Melo e Università Bicocca);
- La Commissione Cultura della Regione Lombardia ha stanziato fondi pari a € 300.000 per il 2017 per contrastare bullismo e cyber bullismo.
Avete di bisogno di ulteriori prove? Purtroppo non solo di cyber bullying si muore (sia essa una morte biologica o sociale). Altri fenomeni come il cyber stalking e il cyber harassment mietono vittime ogni giorno, su base mondiale. Spesso non sono i più giovani ma adulti, donne, a subire le ossessive attenzioni di un amico, un ex-partner o un amante, e il passaggio dalle molestie online alla violenza fisica spesso è davvero breve e, purtroppo, prevedibile.
Come agire contro il Cyber Bullismo |
Come agire contro il Cyber Stalking |
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In entrambi i casi, è evidente, la soluzione finale rimane la segnalazione e denuncia agli organi competenti (come la Polizia Postale o il Telefono Rosa al numero 1522) così da bloccare sul nascere la cosa.
Lungi da me condannare a man bassa la Rete e i Social Network. Sono solito dire che i Social Media (reti sociali, sistemi di messaggistica, etc.) sono come un martello, lo si può utilizzare per uccidere o per fissare un chiodo, dipende dalla mano che lo impugna. Ma in questo caso credo che sia verosimile quanto affermato tempo fa dal compianto Umberto Eco:
I social media hanno dato diritto di parola a legioni di imbecilli
Tommaso Lippiello
“…chi percepisce nell’Internet solo una valvola di sfogo”
Proprio questo è il problema principale, temo – questa battaglia si combatte in Rete, ma si vince nel mondo reale.
Purtroppo è così, non abbiamo molte alternative