Yaxi Liu, la stuntwoman di origini cinesi che ha recentemente fatto il suo ingresso nel panorama cinematografico italiano con il film ‘La città proibita‘, ha una storia personale che si intreccia, in modo sorprendente, con quella della protagonista Mei. Entrambe hanno affrontato una serie di sfide legate alla loro infanzia e contesto sociale. La loro connessione è stata esplorata grazie al lavoro della coach italo-inglese Aurin Proietti, la quale ha guidato Liu nella transizione da stuntwoman a attrice, rivelando aspetti emozionali e profondi della sua personalità.
Da stuntwoman ad attrice: il percorso di Yaxi Liu
Nel corso della sua carriera, Yaxi Liu ha accumulato esperienze nel campo delle arti marziali e del kung fu, ma il passaggio al cinema richiedeva una nuova dimensione: l’interpretazione. Nel prepararsi per il suo ruolo in ‘La città proibita‘, Liu è stata accolta a Roma, dove ha iniziato a frequentare assiduamente le lezioni con Aurin Proietti. La preparazione è iniziata mesi prima delle riprese, durante il quale Proietti ha collaborato attivamente con il regista Gabriele Mainetti e la casting director Teresa Razzauti per comprendere le peculiarità della giovanissima Liu.
Il metodo utilizzato da Proietti si concentra non solo sull’arte della recitazione, ma anche sulla creazione di un ambiente di lavoro stimolante e accogliente. L’istruttrice ha adottato una filosofia comunicativa, cercando di far sentire Liu a suo agio e liberandola da eventuali blocchi emotivi. La preparazione ha compreso l’analisi di molti film cinesi e coreani, focalizzando il lavoro su personaggi che condividono forti elementi di combattimento e vulnerabilità, simili a quelli di Mei.
Un vissuto condiviso: la politica del figlio unico
Uno degli aspetti più affascinanti del lavoro tra Yaxi Liu e Aurin Proietti è stata la scoperta di una somiglianza fondamentale tra l’attrice e la sua controparte sullo schermo, Mei. Entrambe hanno vissuto le ripercussioni della politica del figlio unico, introdotta in Cina nel 1979 e abolita nel 2013. Questa norma ha influenzato profondamente la vita di milioni di famiglie, creando tensioni e dilemmi etici riguardanti la nascita e la crescita dei bambini.
Proietti ha aiutato Liu a connettersi emotivamente con il suo passato e a utilizzare queste esperienze per avvicinarsi alla storia di Mei. Questa connessione ha permesso a Liu di esplorare le proprie emozioni e di trasmetterle sullo schermo. La sua dedizione nel comprendere e interpretare questi elementi è risultata evidente nel corso delle riprese, dove ha dovuto affrontare non solo la scena d’azione, ma anche momenti di fragilità e vulnerabilità.
La sfida dell’interpretazione: corpo, emozioni e voce
L’insegnamento di Aurin Proietti si è esteso ben oltre le tecniche di recitazione tradizionali. Con Yaxi Liu, la coach ha intrapreso un lavoro preciso su diversi livelli: dal controllo del corpo alla libera espressione delle emozioni, fino a lavorare sulla voce. Il casting richiedeva una trasformazione di Liu, per rispondere alle caratteristiche del personaggio di Mei, che doveva esprimere sia potenza che delicatezza.
Proietti ha guidato Liu attraverso esercizi fisici e vocali, cercando di estrarre una voce più profonda, che connette l’istinto animale con una vulnerabilità interiore. Questo approccio ha portato a esplorare una gamma di emozioni che variano dall’aggressività, tipica delle scene d’azione, alla sensazione di fragilità che emerge nelle sequenze più intime. La coordinazione tra questi due lati, così diversi ma complementari, ha rappresentato una parte cruciale del processo creativo, necessario per rendere l’interpretazione credibile.
In sintesi, il lavoro tra Yaxi Liu e Aurin Proietti è stato un viaggio affascinante e profondo che ha coinvolto la fusione di passato e presente, forza e sensibilità, creando un personaggio complesso e affascinante nel contesto cinematografico italiano.