Waterloo, diretto da Sergei Bondarchuk e presentato per la prima volta il 31 marzo 1970, è un film che ha lasciato un segno indelebile nella storia del cinema. Nonostante le difficoltà al botteghino e le critiche negative iniziali, l’opera è diventata una pietra miliare nel modo di rappresentare eventi storici sul grande schermo. Questo colossal, dedicato alla celebre battaglia del 1815 tra Napoleone Bonaparte e le forze alleate guidate dal Duca di Wellington, si distingue per la sua ambizione produttiva e per l’accuratezza storica.
La produzione ambiziosa
Il progetto di Waterloo nasce dall’idea di Dino De Laurentiis, produttore italiano che desiderava realizzare un film monumentale sulla figura di Napoleone. Dopo aver constatato i risultati altalenanti delle precedenti pellicole dedicate al condottiero francese, De Laurentiis decide di ingaggiare Sergei Bondarchuk come regista. Il budget previsto per il film raggiunge i 40 milioni di dollari, una cifra straordinaria per l’epoca e particolarmente audace considerando la collaborazione con Mosfilm.
Le riprese avvengono in Ucraina presso Uzhhorod, dove viene creato un set imponente: due colline vengono abbattute dai bulldozer e oltre cinquemila alberi vengono piantati per ricreare il paesaggio dell’epoca. L’esercito sovietico contribuisce con ben diciassettemila soldati come comparse addestrate a utilizzare armi storiche. La produzione affronta numerosi ostacoli logistici ma riesce a portare avanti una visione grandiosa della battaglia più famosa della storia europea.
Un cast stellare
Per interpretare i ruoli principali sono stati scelti Rod Steiger nel ruolo di Napoleone Bonaparte e Christopher Plummer in quello del Duca di Wellington. Steiger porta sullo schermo una rappresentazione intensa del leader francese; nonostante alcune licenze storiche nella narrazione, riesce a catturare l’essenza complessa del personaggio afflitto da problemi fisici durante gli ultimi anni della sua vita.
Plummer offre invece una performance sobria ma incisiva come Wellington; il suo personaggio è consapevole dei propri limiti ma anche dei doveri imposti dalla Storia. Entrambi gli attori danno vita a figure non eroiche ma profondamente umane; entrambi sono schiacciati dal peso delle loro responsabilità nei confronti delle rispettive nazioni.
Rappresentazione realistica della battaglia
La scena culminante della battaglia viene girata con attenzione maniacale ai dettagli: quasi il 20% dell’intero budget viene speso solo per questa sequenza cruciale. Le cariche delle cavallerie pesanti inglesi si alternano agli assalti disperati delle truppe francesi guidate da Ney; ogni aspetto è curato nei minimi dettagli grazie all’impegno degli attori e dello staff tecnico.
Le riprese durano ben ventotto settimane ed evidenziano non solo la grandezza militare dell’epoca ma anche le sue atrocità: decine di comparse svenivano sotto il caldo torrido mentre alcuni cavalli morivano durante le scene più intense. Queste scelte drammatiche contribuiscono a creare un’atmosfera autentica che rende giustizia alla tragedia umana insita nella guerra.
L’eredità culturale
Nonostante Waterloo venga accolto freddamente dalla critica al momento della sua uscita – venendo definito addirittura un fiasco commerciale – col passare degli anni acquisisce uno status cult tra cinefili e studiosi del settore cinematografico. La pellicola influenzerà registi futuri come Ridley Scott ed Oliver Stone nella creazione delle loro opere epocali.
L’eredità visiva ed emotiva lasciata da Waterloo continua ad essere riconosciuta anche dopo oltre cinquant’anni dalla sua uscita; molti lo considerano uno dei migliori film mai dedicati alla figura storica di Napoleone Bonaparte grazie alla capacità unica con cui riesce a trasmettere sia la magnificenza sia l’orrore della guerra attraverso scene memorabili ed evocative.