A Milano, durante una manifestazione pro Palestina, un gruppo di circa trenta giovani ha vandalizzato una filiale bancaria con la scritta “Spara a Giorgia Meloni“, riferendosi al presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Questo episodio si è verificato nel contesto di un corteo che ha visto la partecipazione di circa diecimila persone, le quali hanno pacificamente chiesto la fine delle ostilità nella Striscia di Gaza.
Il contesto della manifestazione
La mobilitazione si è svolta nel centro di Milano ed è stata organizzata da associazioni palestinesi. Questa iniziativa rappresenta il secondo grande evento nazionale dal 7 ottobre 2023, mirato a fermare il conflitto e denunciare le violazioni dei diritti umani nei territori palestinesi. I partecipanti hanno espresso richieste chiare: cessate il fuoco immediato e duraturo, stop alla deportazione del popolo palestinese e sostegno per la ricostruzione della Striscia di Gaza attraverso l’invio di aiuti umanitari.
L’evento ha attratto diverse realtà sociali e politiche. Oltre alle associazioni legate alla causa palestinese, erano presenti sindacati di base, sezioni dell’ANPI , centri sociali e delegazioni politiche come Alleanza Verdi e Sinistra Italiana. La varietà dei gruppi coinvolti riflette l’ampiezza della solidarietà verso il popolo palestinese in questo momento critico.
Gli atti vandalici lungo il percorso
Durante il corteo pacifico, un piccolo gruppo si è distaccato dalla massa principale per compiere atti vandalici contro istituti bancari e multinazionali lungo il percorso che partiva dalla Stazione Centrale. In meno di due chilometri percorsi, sono state registrate sei vetrine danneggiate con vetri infranti e scritte realizzate con vernice spray sui muri delle filiali colpite.
Le frasi lasciate dai vandali includevano insulti diretti alle istituzioni finanziarie accusandole di essere “complici del genocidio”. Questi attacchi hanno suscitato preoccupazioni tra i manifestanti più pacifici che temevano potessero compromettere l’immagine dell’intera mobilitazione.
Il gruppo responsabile degli attacchi era facilmente riconoscibile grazie ai loro abiti neri e cappucci che coprivano i volti. Tra i simboli esposti spiccava una bandiera con la scritta “ACAB”, acronimo noto tra gli ambienti antagonisti per indicare una posizione critica nei confronti delle forze dell’ordine.
Reazioni alla protesta
Le autorità locali hanno monitorato attentamente lo svolgimento della manifestazione sia per garantire la sicurezza pubblica sia per prevenire ulteriori episodi violenti o vandalici. Nonostante gli attacchi isolati da parte del piccolo gruppo dissidente, gran parte dei partecipanti ha mantenuto un comportamento pacifico durante tutta la durata dell’evento.
Le reazioni all’accaduto sono state varie; alcuni leader politici hanno condannato gli attacchi come “inaccettabili” mentre altri hanno sottolineato l’importanza del diritto a protestare in modo civile su questioni cruciali come quella israelo-palestinese. La tensione rimane alta non solo tra i sostenitori della causa ma anche nelle istituzioni italiane che devono affrontare le conseguenze sociali ed economiche derivanti da tali eventi pubblici.