Il progetto musicale Tupa Ruja, attivo dal 2006, si distingue per la fusione di sonorità ancestrali come il didgeridoo e la voce. La band ha saputo esplorare culture diverse attraverso ritmi e linguaggi vari, raggiungendo traguardi significativi nel panorama della world music. Nel 2022, con una nuova formazione in quartetto, hanno vinto il Premio Alberto Cesa al Folkest. Questo articolo analizza le origini del gruppo, i loro obiettivi artistici e l’evoluzione della loro musica.
Origini del progetto Tupa Ruja
Tupa Ruja nasce dall’idea di unire strumenti antichi come il didgeridoo con la voce umana per creare un’esperienza sonora unica. Il nome “Tupa Ruja” deriva da un dialetto sardo e significa “rifugio rosso”. Questo concetto è stato ispirato da un viaggio in Sardegna dove l’immagine di un rifugio solitario ha evocato l’idea di uno spazio creativo protetto. Il colore rosso richiama invece alla mente la terra rossa dell’outback australiano, luogo d’origine del didgeridoo.
Nel corso degli anni, Tupa Ruja ha collaborato con artisti noti come Alessandro Gwis su palchi internazionali. La band si è evoluta nel tempo mantenendo sempre viva la ricerca sonora senza compromessi commerciali. L’obiettivo principale rimane quello di trasmettere emozioni autentiche attraverso concerti dal vivo e registrazioni discografiche.
Evoluzione della formazione musicale
Inizialmente concepito come duo, Tupa Ruja ha ampliato progressivamente la sua formazione includendo altri musicisti per arricchire le proprie esibizioni. Questa scelta non solo permette una maggiore varietà sonora ma offre anche a Fabio Gagliardi più libertà creativa nell’esplorare diversi strumenti musicali.
L’album più recente intitolato «Contrast» presenta diversi ospiti che hanno contribuito a creare una ricchezza espressiva unica nei brani proposti. Tra questi spiccano nomi come Javier Girotto al sax soprano e Michele Gazich al violino che hanno aggiunto profondità alle composizioni già complesse scritte dalla vocalist Martina Lupi.
Analisi dell’album «Contrast»
Il titolo dell’album «Contrast» trae ispirazione da una canzone tradizionale friulana riarrangiata dalla band per il Folkest; rappresenta simbolicamente i contrasti tra vita e morte che caratterizzano l’esistenza umana. Ogni brano dell’album racconta storie ed emozioni profonde legate all’esperienza personale dei membri del gruppo.
I testi delle canzoni sono frutto di riflessioni intime ed autobiografiche; ad esempio “La distanza” esplora sentimenti di vuoto mentre “Nina tu eres” celebra l’amore materno attraverso melodie fresche in lingua spagnola grazie all’arrangiamento jazzistico fornito da Gwis.
Linguaggio musicale: contaminazioni culturali
La musica proposta da Tupa Ruja viene spesso classificata sotto il genere world music grazie alla sua capacità di mescolare elementi provenienti da culture diverse senza limitarsi a schemi predefiniti. I membri della band considerano fondamentale rispettare le tradizioni musicali delle culture dalle quali attingono gli strumenti utilizzati nella loro musica.
Questa apertura verso altre culture si manifesta anche nell’approccio sperimentale adottato durante le performance live dove ogni artista porta parte del proprio background culturale contribuendo così alla creazione collettiva dei brani proposti sul palco.
Progetti futuri della band
Dopo aver presentato il nuovo disco alla Casa del Jazz lo scorso aprile 2025 con una formazione in quartetto arricchita dalla presenza degli ospiti Marco Siniscalco e Michele Gazich, i membri stanno preparando concerti estivi in tutta Italia mentre continuano a lavorare su nuovi materiali musicali che torneranno alle radici essenziali del progetto originale: voce e didgeridoo insieme nella loro forma più pura ed evocativa.
Martina Lupi sta inoltre sviluppando un album cantautorale previsto per uscita autunnale accompagnata dal pianoforte dello stesso Alessandro Gwis; questo nuovo lavoro promette ulteriormente d’esplorare nuove dimensioni sonore mantenendo viva quella ricerca continua sulla bellezza insita nella musica stessa.
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