scopri la storia delle madri di corby in "toxic town" su netflix, che combattono per il risarcimento delle deformazioni causate dall'inquinamento
Nella cittadina di Corby, nel Northamptonshire, un tragico fenomeno ha colpito la comunità: decine di bambini sono nati con deformazioni congenite, risultato della polvere tossica rilasciata dall’ex acciaieria locale, inalata dalle madri durante la gravidanza. Questo evento ha scatenato una reazione di indignazione e ha dato vita a una battaglia legale che ha coinvolto le famiglie delle vittime.
Negli anni Ottanta e Novanta, un numero allarmante di bambini a Corby ha mostrato malformazioni, attribuite all’esposizione a sostanze tossiche. Le famiglie di 19 bambini hanno intrapreso un lungo percorso per ottenere giustizia, denunciando il consiglio comunale per negligenza. Questo caso è stato definito il più grande scandalo di avvelenamento infantile dai tempi del talidomide, il farmaco responsabile della nascita di migliaia di bambini con malformazioni. La storia di questa lotta è ora narrata nella serie Netflix “Toxic Town”, che evidenzia le difficoltà delle madri e il loro coraggio nella ricerca di risposte.
La storia industriale di Corby ha inizio negli anni Trenta, con la creazione dello stabilimento Stewarts & Lloyds, che in pochi decenni diventa uno dei principali centri di produzione di acciaio in Europa occidentale. Tuttavia, nel 1979, la British Steel Corporation decide di chiudere l’impianto, lasciando circa 10.000 persone senza lavoro. In risposta a questa chiusura, il consiglio comunale avvia pratiche di bonifica, che si protraggono dal 1984 al 1999.
Durante questo periodo, i cittadini assistono a un incessante passaggio di camion carichi di rifiuti dell’acciaieria. Si stima che almeno 200 veicoli al giorno rilascino nell’aria enormi quantità di polvere tossica, contaminando l’ambiente circostante. Una madre, Mandy Wright, ricorda come, tornando dal mercato, le sue scarpe fossero sempre coperte da una sottile polvere arancione, simbolo della gravità della situazione.
Verso la fine degli anni Novanta, emergono segnalazioni di malformazioni congenite tra i bambini nati a Corby. Le madri si accorgono che il numero di deformazioni è tre volte superiore rispetto a quello dei bambini nati nelle aree limitrofe. Con l’assistenza dell’avvocato Des Collins, iniziano a indagare, focalizzandosi inizialmente sulla contaminazione della falda idrica.
Tuttavia, i rapporti delle autorità non evidenziano inquinanti nelle risorse idriche. Il consiglio comunale di Corby nega ogni responsabilità, ma la situazione cambia quando Sam Hagen, un ex dipendente comunale, diventa informatore. Grazie alle sue rivelazioni, le madri riescono a dimostrare la cattiva gestione dei rifiuti tossici da parte degli appaltatori. Un rapporto interno rivela che i residenti erano stati esposti a livelli elevati di zinco, arsenico, boro e nichel, evidenziando la consapevolezza delle autorità riguardo ai rischi per la salute.
Dopo aver identificato il cadmio come il principale inquinante presente nell’aria, l’avvocato Collins decide di limitare il gruppo delle madri a 18, rappresentanti un totale di 19 bambini. Tra le famiglie escluse c’è quella di Tracey Taylor, la cui figlia Shelby Anne è morta pochi giorni dopo la nascita nel 1996 a causa di malformazioni congenite.
Questa scelta strategica di concentrarsi su casi specifici, presentando solo bambini con deformità simili, facilita la dimostrazione di una correlazione tra esposizione e malformazioni. Di queste madri, dodici vivevano a meno di tre chilometri dall’area contaminata, mentre altre quattro risiedevano nei paesi vicini.
Il 29 luglio 2009, il giudice stabilisce che il consiglio comunale di Corby ha mostrato negligenza nella gestione dei siti acquisiti dalla British Steel. Questa negligenza ha portato alla dispersione di fango e polvere contaminati in aree pubbliche e private, con conseguenze dirette sui difetti alla nascita denunciati dalle famiglie.
Dopo aver inizialmente negato ogni collegamento tra la gestione dei rifiuti e le deformità, nel 2010 il consiglio accetta un accordo vincolante con le famiglie coinvolte, stabilendo un risarcimento complessivo di 14,6 milioni di sterline. Questo accordo rappresenta un passo significativo nella lotta per la giustizia delle madri di Corby e mette in luce le devastanti conseguenze dell’inquinamento ambientale sulla salute dei più vulnerabili.
This post was last modified on 27 Febbraio 2025 17:38