Torino, proteste ambientaliste: 'Life Not War' sul pilone di Leonardo - Socialmedialife.it
Questa mattina, la città di Torino è stata teatro di un’azione decisa da parte degli attivisti del movimento Extinction Rebellion. Un gruppo di sostenitori dell’ambiente ha fatto irruzione presso la sede dell’azienda Leonardo, che si occupa di difesa e aerospazio, per esprimere il loro dissenso riguardo al coinvolgimento dell’azienda nella produzione e vendita di armi utilizzate in conflitti bellici. In questo contesto, gli attivisti hanno realizzato una grande scritta che recita ‘Life Not War’ sulla ciminiera dello stabilimento.
L’intervento si è svolto poco prima dell’apertura degli stabilimenti di corso Francia. Un piccolo gruppo di attivisti ha scalato le strutture di sicurezza fino a raggiungere la cima del pilone. Da quel punto, alcuni membri del gruppo si sono calati con delle corde per dipingere la scritta, mentre altri hanno esposto uno striscione con un messaggio chiaro: ‘La guerra parte da qui’. Questo gesto rappresenta una protesta forte e visibile, mirata a portare all’attenzione pubblica le responsabilità di Leonardo nella produzione di armamenti che, secondo gli attivisti, contribuiscono alla distruzione e alla perdita di vite umane.
L’azione è avvenuta in un clima di crescente preoccupazione per la vendita di armi da parte di aziende statali, come Leonardo, accusate di trarre profitto in modo diretto da conflitti in corso. Il messaggio degli attivisti è chiaro ed incisivo, denunciando l’utilizzo di armi italiane in bombardamenti indiscriminati che causano sofferenza e morte in molti Paesi.
In una nota, i portavoce di Extinction Rebellion hanno sottolineato l’importanza di questo gesto, dichiarando: “Siamo nella sede dell’azienda italiana, partecipata dallo Stato, che più sta traendo profitto dall’escalation delle guerre degli ultimi anni.” Le parole sottolineano un tema fondamentale: la connessione tra le politiche di difesa, il profitto aziendale e la sicurezza globale.
Gli attivisti evidenziano come, nell’anno in cui le temperature medie globali hanno raggiunto i livelli più alti mai registrati, l’Europa e, in particolare, l’Italia stiano incrementando le spese militari. Questo aumento segue una tendenza allarmante, con risorse che vengono distolte da fondamentali politiche di transizione ecologica. Secondo i manifestanti, questa scelta non solo ha impatti diretti sulle attuali crisi climatiche, ma si traduce anche in un aumento della devastazione nei conflitti globali.
Questo intervento si colloca all’interno di una serie di mobilitazioni che mirano a richiamare l’attenzione sulla necessità di una rapida e profonda transizione ecologica. Le azioni di Extinction Rebellion sono spesso caratterizzate da modalità di protesta non violenta, pensate per provocare un dialogo attivo e una riflessione da parte dell’opinione pubblica su temi cruciali.
La scelta della sede di Leonardo come obiettivo per la protesta non è casuale. Leonardo è uno dei principali fornitori di tecnologia militare al mondo, e la sua posizione strategica nel mercato delle armi la rende un simbolo delle contraddizioni tra lo sviluppo sostenibile e le politiche di sicurezza. Le azioni mirano quindi a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione, evidenziando le responsabilità delle industrie belliche nel mantenere e alimentare conflitti che portano a sofferenze umane e disastri ambientali.
Attraverso queste azioni visibili e provocatorie, il movimento Extinction Rebellion cerca di spingere i cittadini a riflettere su come le scelte politiche e aziendali possano influenzare non solo le sorti delle guerre, ma anche quelle del nostro Pianeta.