Il recente sviluppo legale che coinvolge Meta ha fatto emergere dettagli allarmanti riguardo all’uso di contenuti protetti da copyright per l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale. Secondo documenti rivelati in tribunale, la società fondata da Mark Zuckerberg avrebbe scaricato terabyte di libri piratati attraverso torrent, un’azione che solleva interrogativi sulla legalità delle pratiche aziendali di Meta.
Nel corso dell’estate del 2023, alcuni autori hanno intentato una causa contro Meta, OpenAI, NVIDIA e Databricks, accusandoli di utilizzare materiale protetto dai diritti d’autore per addestrare i loro modelli. Le mail recentemente pubblicate in tribunale confermerebbero che Meta era a conoscenza dei download illegali. Secondo le informazioni, la società avrebbe scaricato almeno 81,7 terabyte di dati da diverse biblioteche online, utilizzando il sito Anna’s Archive, e avrebbe già prelevato altri 80,6 terabyte da LibGen, un noto archivio di contenuti piratati.
Le nuove evidenze presentate dall’accusa mostrano chiaramente che Meta non solo ha scaricato materiale da fonti pirata, ma era anche consapevole della sua illegalità. Alcuni messaggi interni indicano che i dipendenti di Meta discutevano dell’etica dell’uso di contenuti piratati, evidenziando frasi come “Non penso che dovremmo usare materiale piratato” e “usare materiale piratato dovrebbe essere oltre la nostra soglia etica”.
Nikolay Bashlykov, un ingegnere di Meta, ha sollevato preoccupazioni riguardo all’uso di torrent, segnalando che il “seeding” dei file potrebbe non essere legalmente accettabile. Questo porta a domandarsi se Meta abbia effettivamente utilizzato i propri server per il download, per evitare di essere tracciata. Un documento datato aprile 2024 confermerebbe il download di 81,7 terabyte da varie biblioteche fantasma, tra cui Anna’s Archive e Z-Library.
La difesa di Meta, che ha presentato una mozione di archiviazione, sostiene che i querelanti non hanno fornito prove concrete che dimostrino che i libri siano stati scaricati utilizzando Meta come fonte. Questa distinzione è cruciale, poiché scaricare materiale protetto è una violazione, ma distribuirlo a terzi rappresenta un’infrazione ancora più grave, soprattutto per un’azienda della grandezza di Meta.
La situazione legale di Meta si complica ulteriormente alla luce di queste rivelazioni. La questione dell’uso di contenuti protetti da copyright non è solo una questione di responsabilità legale, ma anche di reputazione aziendale. Con l’aumento della vigilanza sui diritti d’autore nel mondo digitale, Meta potrebbe affrontare conseguenze significative se le accuse venissero confermate.
Il caso rappresenta un punto di svolta non solo per Meta, ma per l’intero settore delle tecnologie emergenti, dove l’uso di contenuti protetti è diventato un tema scottante. La società dovrà affrontare non solo le implicazioni legali, ma anche le ripercussioni sulla fiducia dei consumatori e degli investitori. La questione rimane aperta e continuerà a evolversi man mano che il processo legale si sviluppa.