Tecnologia: non perdere il contatto con la realtà

Tra smartphone, tablet e PC si rischia di rimanere intrappolati nella vita virtuale dimenticandosi di vivere davvero?
Qualche giorno fa, su SocialMediaLife, abbiamo parlato di dipendenza mobile, toccando temi attuali come l’asocialità e l’isolamento che possono derivare da un uso eccessivo e scorretto degli smartphone e della tecnologia in generale. Continuando la riflessione sull’argomento occorre dire che gli adulti dovrebbero essere i primi a dare il buon esempio, ricordandosi ogni tanto di mettere da parte i dispositivi digitali per dedicarsi ad altre attività. Tuttavia non sempre è così e “noi grandi” siamo i primi ad estraniarci dal mondo circostante a causa di tablet e smartphone. È vero, stiamo ancora cercando di trovare la giusta via di mezzo tra i due estremi, ma quelli che sembrano risentirne maggiormente sono bambini e ragazzini.
Chi ha figli o nipoti se n’è accorto, i bambini della scuola dell’infanzia sanno già usare i dispositivi mobile e la loro vita ruota attorno ad essi. I tablet hanno scavalcato il mezzo di comunicazione di massa per eccellenza, ricoprendo il ruolo di “tata virtuale“ che un tempo era affidato proprio alla TV. Il plus sta nella portabilità, il tablet può svolgere tale ruolo anche al di fuori delle mura domestiche, il che risulta una manna dal cielo per i genitori (bambini seduti al tavolo del ristorante mentre giocano o guardano video, quanti ne avete visti?).
Di certo non siamo qui per demonizzare i dispositivi e i comportamenti citati (ci mancherebbe), questa è una riflessione sull’importanza di accostare a tutto ciò attività sociali vere e proprie (e non social), insomma, ricordarsi della vita reale, quella al di fuori degli schermi.
A tal proposito mi viene in mente lo spot “Una grande giornata” messo in scena quest’anno da Wind, realizzato con la collaborazione di Ogilvy & Mather Advertising. La tematica centrale del “corto” riguarda proprio il rapporto tra uomo e tecnologia e la contrapposizione tra vita reale e vita virtuale.
Lo spot in questione è firmato da Giuseppe Capotondi e, sulle note della celeberrima Rocket Man di Elton John, vede come protagonista un ragazzino di 12 anni, chiamato a scegliere tra due possibilità: uscire di casa per una partita a calcio con gli amici o continuare a giocare col tablet. Decide di andare al campetto, dove trascorre una splendida giornata ricca di emozioni, risate e quant’altro. In sostanza, l’invito di Wind è quello di utilizzare la tecnologia con intelligenza e buon senso. La scelta fatta dal protagonista del film è quella giusta, accantonare il mondo virtuale (accessibile in altri momenti della giornata, come la sera) e non lasciarsi scappare l’opportunità di creare ricordi e vivere emozioni vere.
Quando la dodicenne ero io, i pochi dispositivi portatili erano il Game Boy, i Tamagotchi e i cellulari potevano fare ben poco oltre a chiamare e mandare messaggi. Le giornate, soprattutto in estate, le trascorrevo all’oratorio insieme agli amici, tra partite di pallavolo e biliardino, sette si schiaccia e lavoretti creativi.
Citando l’anziano che dice “ai miei tempi”, mi rendo conto che effettivamente, ai miei tempi, la tecnologia non era così invadente. Nonostante il fascino e la bellezza della vita virtuale, vissuta attraverso i dispositivi tecnologici, noi per primi dobbiamo mostrare alle nuove generazioni l’importanza di vivere emozioni vere, concrete, all’aria aperta e circondati dagli amici.
Ogni tecnologia influisce sulle nostre vite positivamente o negativamente, tutto sta nell’utilizzo che se ne fa.
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Marica Mastroianni