Spionaggio su WhatsApp: Paragon sospende i legami con l’Italia dopo le intercettazioni

Paragon Solutions, un’azienda israeliana specializzata nello sviluppo di software per la sorveglianza, ha annunciato la sospensione dei suoi rapporti con l’Italia a causa delle recenti accuse relative all’uso improprio del suo spyware denominato “Graphite“. La decisione è emersa dopo che l’azienda ha ritenuto che il governo italiano non abbia fornito risposte adeguate riguardo ai presunti abusi del software, in particolare in riferimento a giornalisti e attivisti.

La notizia è stata diffusa da importanti testate internazionali come Haaretz e The Guardian. Queste fonti hanno evidenziato come l’azienda israeliana abbia deciso di interrompere l’accesso alla piattaforma di gestione del software per l’Italia, poiché ci sono sospetti che il governo potrebbe aver violato i contratti che regolano l’uso di “Graphite“. Questo spyware è normalmente venduto esclusivamente a governi per scopi di sicurezza e dovrebbe essere utilizzato solo per affrontare minacce come il terrorismo.

Il caso di spionaggio e le rivelazioni di Meta

La questione ha avuto inizio alla fine di gennaio 2025, quando Meta, la società madre di WhatsApp, ha avvisato circa novanta utenti, tra cui diversi italiani, della violazione dei loro dispositivi. Tra le persone italiane colpite ci sono il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, e l’attivista Luca Casarini, leader dell’Ong Mediterranea. Secondo le informazioni emerse, il software avrebbe sfruttato vulnerabilità nei sistemi operativi per accedere ai dispositivi senza la necessità di alcuna interazione da parte degli utenti.

Il software “Graphite” è progettato per essere utilizzato solo da enti governativi e le sue vendite sono accompagnate da contratti rigorosi che ne limitano l’uso. Tuttavia, la sospensione dei rapporti da parte di Paragon Solutions è avvenuta in un clima di crescente preoccupazione per la sicurezza dei dati e la privacy, soprattutto in un contesto in cui si sospetta che il software sia stato utilizzato per monitorare giornalisti e attivisti.

La reazione del governo italiano e le indagini in corso

In risposta alle accuse, il governo italiano ha rilasciato un comunicato ufficiale il 5 febbraio 2025, in cui afferma che le utenze italiane compromesse sarebbero solo sette e ha negato qualsiasi coinvolgimento dell’intelligence nazionale nello spionaggio di giornalisti. Per far luce sulla vicenda, Palazzo Chigi ha attivato l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN), e il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) sta seguendo da vicino la situazione.

Contemporaneamente, il Citizen Lab dell’Università di Toronto sta effettuando un’analisi approfondita sul dispositivo di Luca Casarini per determinare l’origine e la gravità delle violazioni. Questo laboratorio è un consulente di Meta e ha ricevuto indicazioni di supporto per le persone interessate a comprendere la portata delle compromissioni dei loro dispositivi.

La situazione rimane in evoluzione, con le autorità italiane che cercano di chiarire i dettagli di questo caso di spionaggio e di garantire la protezione dei diritti dei cittadini coinvolti.

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