Scoperte inaspettate sulla rotazione delle galassie ultra diffuse nel progetto LEWIS dell’INAF

Il progetto LEWIS dell’Istituto Nazionale di Astrofisica rivela sorprendenti scoperte sulla rotazione delle galassie ultra diffuse, sfidando le teorie attuali sulla loro formazione ed evoluzione.
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"Scoperte sorprendenti sulla rotazione delle galassie ultra diffuse nel progetto LEWIS dell'INAF rivelano nuove prospettive sull'evoluzione dell'universo."

Il progetto LEWIS, realizzato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), ha recentemente portato alla luce risultati sorprendenti sulla rotazione delle galassie ultra diffuse (UDG). Questa iniziativa ha consentito di mappare i movimenti stellari in 30 di queste galassie, situate nell’ammasso galattico dell’Idra, a oltre 160 milioni di anni luce dalla Terra. Le scoperte, pubblicate il 26 febbraio 2025, mettono in discussione le teorie attuali riguardanti la formazione e l’evoluzione di tali galassie.

Scoperte sulla rotazione delle galassie ultra diffuse

Il team di ricerca ha scoperto che quasi il 50% delle UDG analizzate presenta segni evidenti di rotazione, un dato significativo poiché si pensava che queste galassie non mostrassero tali movimenti. Chiara Buttitta, ricercatrice postdoc presso INAF e prima autrice di uno dei due articoli pubblicati su Astronomy & Astrophysics, ha commentato: “I risultati che abbiamo ottenuto hanno avuto una duplice soddisfazione. Non solo siamo stati in grado di ricavare i moti stellari in queste galassie estremamente deboli, ma abbiamo trovato qualcosa che non ci aspettavamo di osservare”.

Le osservazioni effettuate attraverso il progetto LEWIS hanno fornito una visione dettagliata delle UDG, rivelando una sorprendente varietà nelle loro proprietà fisiche, come la cinematica delle stelle e la quantità di materia oscura presente. Questo approccio ha permesso di approfondire la comprensione di galassie che fino ad ora erano state poco studiate.

Analisi dettagliate di UDG32

Uno dei casi più affascinanti analizzati è quello di UDG32, una galassia ultra diffusa situata all’estremità dei filamenti della galassia a spirale NGC3314A. I dati raccolti hanno confermato che UDG32 è associata alla coda di filamenti di NGC3314A e non è un semplice effetto di proiezione. Inoltre, UDG32 presenta una popolazione stellare ricca di metalli e di età intermedia, suggerendo che potrebbe essersi formata da materiale pre-arricchito nel gruppo sud-est dell’ammasso dell’Idra.

Le analisi spettroscopiche condotte dal progetto LEWIS hanno rivelato che le UDG si trovano in ambienti estremamente variabili, contribuendo a una comprensione più profonda della loro formazione e evoluzione. La varietà nelle proprietà fisiche delle UDG potrebbe fornire indizi cruciali su come queste galassie si siano sviluppate nel corso del tempo.

Il ruolo innovativo del progetto LEWIS

LEWIS rappresenta il primo progetto dell’ESO interamente dedicato allo studio delle galassie ultra diffuse. Questo programma ha raddoppiato il numero di UDG analizzate spettroscopicamente, offrendo una visione globale delle loro proprietà all’interno di un ammasso di galassie ancora in fase di formazione. Enrichetta Iodice, ricercatrice INAF e responsabile scientifica del progetto, ha affermato: “Il progetto LEWIS è stata una sfida. Quando questo programma è stato accettato dall’ESO, abbiamo realizzato che fosse una miniera di dati da esplorare. E tale si è rivelato”.

Grazie alla spettroscopia integrale dello strumento utilizzato, LEWIS consente di studiare simultaneamente, per ogni singola galassia, non solo i movimenti delle stelle, ma anche la popolazione stellare media. Questo approccio fornisce indicazioni sull’età di formazione e sulle proprietà degli ammassi globulari, elementi fondamentali per comprendere il contenuto di materia oscura. I risultati ottenuti possono essere considerati come pezzi di un puzzle che, messi insieme, ricostruiscono la storia di formazione di questi sistemi.

Prospettive future

Le scoperte del progetto LEWIS non solo ampliano la nostra comprensione delle galassie ultra diffuse, ma pongono anche nuove domande sulla loro evoluzione e formazione. Con l’analisi di UDG32 e di altre galassie, i ricercatori sono ora in grado di esplorare ulteriormente le complessità di queste strutture cosmiche. L’importanza di tali studi è fondamentale per il progresso della cosmologia e per la comprensione dell’universo nel suo complesso.

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