Palworld: fermiamoci a riflettere sul concetto di “gioco morto” nella comunità videoludica

Nel mondo videoludico in continua evoluzione, il concetto di successo si è ampliato fino a comprendere componenti che vanno oltre le mere vendite o il numero di giocatori attivi. John Buckley, capo della comunità di Palworld, ha recentemente lanciato una provocatoria sfida alla mentalità comune dei videogiocatori e degli sviluppatori: abbandonare la preoccupazione per il numero di utenti attivi e godersi semplicemente il gioco. Questo approccio non solo si rivolge ai giocatori, ma anche agli sviluppatori e ai media di settore, portando una ventata di freschezza in un campo spesso dominato da statistiche e metriche di performance.

Il successo di Palworld

Una partenza esplosiva nei giochi in Early Access

Palworld, sviluppato da Pocketpair, ha debuttato su Steam in Early Access all’inizio di gennaio 2024, registrando vendite vertiginose. Con 5 milioni di copie vendute e 1,3 milioni di giocatori simultanei, il titolo ha rapidamente superato giganti come Elden Ring e Baldur’s Gate 3. Entro il primo febbraio dello stesso anno, Palworld aveva già venduto 19 milioni di copie su piattaforme come Xbox e Steam, conquistando il titolo di lancio di terze parti più grande su Xbox Game Pass.

Ma dietro questo straordinario successo iniziale, si nasconde la pressione esercitata dalle aspettative del pubblico. Soprattutto nei media videoludici, Palworld è stato oggetto di critiche in relazione al numero di giocatori attivi. Già a metà febbraio, i report indicavano un calo significativo nel numero di utenti, contribuendo a una percezione negativa che suggeriva che il gioco fosse ormai “morto”. In questo contesto, Buckley ha voluto sottolineare l’assurdità di questa mentalità.

Sfidare la mentalità del “gioco morto”

Rilassarsi e godersi il gioco

Buckley invita i giocatori a non farsi condizionare da metriche e statistiche. Durante un’intervista su Going Indie, ha esortato i fan a concentrarsi sull’esperienza di gioco piuttosto che sul numero di altri utenti online. “Chi si preoccupa se ci sono solo cinque persone a giocare? Divertitevi e godetevi il momento,” ha affermato, ribadendo l’importanza di staccare la spina e divertirsi giocando, anche se non si è parte di una grande comunità online.

Le discussioni sulla diminuzione del numero di giocatori, secondo Buckley, sono poco produttive. Egli sostiene che i giocatori non debbano sentirsi in dovere di seguire il “trending” o di restare attaccati a un gioco per paura di perdere qualcosa.

La libertà di esplorare nuovi giochi

Buckley ha anche ampliato il discorso affermando che è normale prendersi delle pause dai giochi e sperimentare con generi diversi. “Questo discorso su Palworld che ha perso X% dei giocatori è semplicemente pigro,” ha scritto su X, incoraggiando i fan a esplorare altri titoli e a supportare soprattutto i giochi indipendenti.

In un ecosistema di giochi in cui gli sviluppatori cercano di mantenere il coinvolgimento degli utenti il più a lungo possibile, Buckley avverte che si sta perdendo la gioia di scoprire nuove esperienze ludiche. La pressione per giocare costantemente agli stessi titoli porta a una ripetizione tossica che può portare a una diminuzione della qualità del divertimento.

L’impatto dei giochi live service

Le insidie del modello live service

Il cambiamento nell’approccio al gioco ha reso fondamentale il modello dei “live service”, i quali promettono un flusso costante di contenuti e guadagni. I publisher, individualmente o collettivamente, vogliono che i giochi non “muoiano” mai, bloccando di fatto il ciclo naturale dello sviluppo videoludico. Un gioco che riesce a mantenere un grande numero di giocatori per lungo tempo è visto come un “successo”, in contrasto con i progetti che, per loro natura, hanno una vita limitata.

Buckley sostiene che questo approccio è privativo. “Non credo serva a nessuno spingere i giocatori a divertirsi con lo stesso gioco giorno dopo giorno. Non è sano per noi, per gli sviluppatori, né per i media specializzati,” ha commentato. La ricerca di un successo duraturo potrebbe portare alla produzione di giochi privi di anima, che non soddisfano le aspettative e chiudono rapidamente a causa di scarse vendite.

La ricerca di qualcosa di nuovo

Palworld, pur permettendo modalità di gioco online, non ha costruito il suo successo su un’ossessione per il “fear of missing out”. Gli utenti erano in cerca di una nuova esperienza video ludica che superasse i confini della formula tradizionale e che fosse in grado di offrire freschezza e innovazione. Tante persone hanno affermato che una delle attrattive del gioco è proprio la libertà di rompere con il passato e di esplorare un mondo nuovo, lontano dalle aspettative consolidate dai franchise più noti.

Buckley conclude dicendo: “Non c’è bisogno di spingersi a giocare lo stesso gioco tutto il tempo. Questo non è sano per la comunità video ludica in generale.” Sottolinea la necessità di un cambiamento mentale, affinché i giocatori possano tornare a divertirsi senza vincoli e senza il peso delle metriche. La missione di Palworld continua, nel tentativo di riportare la passione per il gioco al centro dell’attenzione, piuttosto che le sole statistiche.

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