Netflix ha recentemente comunicato un nuovo aumento dei prezzi per i suoi abbonamenti, sebbene questo riguardi solo alcuni mercati. Ciò avviene in un contesto in cui, nell’ultimo trimestre del 2024, il servizio ha registrato un record di abbonati, avvicinandosi a 19 milioni di nuovi utenti. Le dichiarazioni dei dirigenti suggeriscono che questa crescita non è destinata a fermarsi, lasciando presagire ulteriori incrementi futuri.
La domanda nasce spontanea: come riesce Netflix a mantenere la sua base clienti nonostante l’aumento dei costi? Ha veramente trionfato nella guerra dello streaming o gli utenti sono diventati più tolleranti verso le spese? E se la qualità dei contenuti fosse diventata un aspetto secondario per molti?
Considerato il servizio di streaming più influente a livello mondiale, Netflix vanta oltre 302 milioni di abbonati. Ha evoluto la sua proposta da semplice piattaforma di film e serie a un vero e proprio canale televisivo moderno, con un’ampia gamma di contenuti che spazia dai blockbuster ai reality show, dai documentari agli sport, fino ai videogiochi. Tuttavia, la mancanza di dati precisi sui giochi rende difficile valutare il successo di quest’ultima categoria.
In Italia, secondo i dati di Just Watch per il 2024, Prime Video ha quasi raggiunto Netflix, mentre Disney+ occupa il terzo posto con un distacco considerevole. Tuttavia, le quote di Prime Video sono in parte gonfiate dagli abbonamenti a Amazon Prime, scelti per altre ragioni. Nonostante ciò, il continuo interesse per Netflix indica che il servizio offre contenuti che i clienti desiderano.
L’aumento dei prezzi è una prassi che può sembrare normale. I costi di gestione tendono a crescere e gli investimenti iniziali, spesso in perdita, non possono continuare a lungo termine senza un adeguato ritorno. Un chiaro esempio è la condivisione degli account, un comportamento inizialmente incoraggiato che è stato poi limitato e ora soggetto a costi aggiuntivi, fino a 5 euro per profilo.
Negli ultimi anni, Netflix ha effettuato diversi aumenti, alcuni dei quali imprevisti. Sembra quasi che l’azienda stia testando i limiti della pazienza dei propri abbonati. Greg Peters, co-CEO di Netflix, ha affermato che i margini di profitto sono ancora ampi, il che spinge l’azienda a sfruttare questa opportunità.
Nonostante i rincari, molti clienti continuano a mantenere l’abbonamento, alcuni optano per il piano con pubblicità, riducendo i costi ma accettando interruzioni pubblicitarie. Per Netflix, un utente che sceglie questa opzione è una vittoria, poiché genera profitti maggiori.
Le previsioni indicano un futuro dove la pubblicità avrà un ruolo sempre più centrale, accompagnata da contenuti esclusivi che Netflix ha sempre offerto con generosità. Attualmente, oltre il 55% dei nuovi iscritti sceglie il piano con pubblicità, dimostrando che il pubblico è meno interessato a dettagli tecnici come 4K o Dolby Atmos.
L’utente medio desidera semplicemente accedere ai contenuti che ama, cercando di spendere il meno possibile. È probabile che molti impostino anche il profilo colore del televisore per esaltare i colori, rendendo l’esperienza visiva più accattivante. Netflix sembra quindi soddisfare queste esigenze.
La fedeltà dei vecchi clienti è tale che molti di loro, pur di non rinunciare al servizio, passano al piano con pubblicità. I nuovi abbonati, d’altronde, scelgono direttamente questa opzione. Per Netflix è un successo su tutta la linea: chi rimane sul piano Premium paga di più, mentre chi opta per il piano pubblicitario contribuisce comunque ai profitti.
Con questa situazione, non sorprende che i prezzi degli abbonamenti possano continuare ad aumentare in futuro. L’andamento dei costi e le scelte strategiche di Netflix sono destinate a rimanere al centro dell’attenzione nel panorama dello streaming.