La serie che racconta la truffa di Belle Gibson: “Apple Cider Vinegar”

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Fonte Freepik

La nuova serie Netflix “Apple Cider Vinegar” porta in scena una delle truffe più clamorose degli ultimi anni. La protagonista, Belle Gibson, è stata una delle prime influencer ad utilizzare i social per costruire un impero basato su storie di salute e benessere, ma dietro la sua immagine da guru si nascondeva una verità scomoda. La serie si ispira al libro inchiesta dei giornalisti australiani Beau Donelly e Nick Toscano, che hanno smascherato la donna e le sue bugie devastanti.

La truffa dietro il successo

Nel 2013, Belle Gibson lanciava la sua app “The Whole Pantry”, un’app dedicata a ricette e stili di vita sani che diventò subito un successo clamoroso. Solo nel primo mese, l’app fu scaricata da circa 200.000 utenti, spingendo la sua azienda a guadagnare milioni. Dietro il successo, però, c’era una menzogna che ha frantumato la vita di molte persone: Gibson sosteneva di essere stata guarita da un cancro al cervello grazie a una dieta vegana e terapie alternative non scientifiche. Il suo racconto affascinò migliaia di follower, ma ben presto emerse che la sua malattia non era mai esistita.

La costruzione della “guru” del benessere

Belle Gibson, conosciuta sui social come Healing Belle, ha sfruttato la sua storia personale per promuovere uno stile di vita che prometteva guarigioni miracolose. La sua storia di sopravvivenza al cancro era al centro della sua narrazione. Secondo lei, la diagnosi di cancro terminale sarebbe stata seguita da una cura attraverso un’alimentazione naturale, ma la realtà era ben diversa. Questo ha portato Gibson a diventare una figura iconica nel mondo delle diete alternative, tanto da pubblicare nel 2014 un libro che conteneva le stesse ricette e promesse di guarigione.

La verità dietro le bugie

Le storie di Belle Gibson sulla sua malattia iniziavano a scricchiolare quando cominciò a raccontare di un cancro che si sarebbe esteso in più parti del corpo. Tuttavia, non esistevano prove mediche che confermassero le sue dichiarazioni. L’assenza di referti medici e le inconsistenze nelle sue storie hanno sollevato dubbi tra i suoi seguaci. Inoltre, Gibson aveva avviato delle raccolte fondi per sostenere enti benefici a favore dei malati di cancro, ma molti dei soldi raccolti non finirono mai nelle mani delle persone bisognose. La sua storia di truffa è emersa quando alcuni utenti hanno cominciato a mettere in dubbio la veridicità delle sue parole.

Il crollo dell’impero di Belle Gibson

Nel 2015, la verità venne finalmente a galla: Belle Gibson confessò di aver mentito su tutta la sua malattia e di non essere mai stata malata di cancro. Questo scandalo scosse il mondo dei social e dell’informazione, facendo emergere il lato oscuro del mondo delle influencer. La sua condanna dalla Corte di Melbourne nel 2017, che prevedeva una multa di oltre 400.000 dollari, rappresenta solo uno degli aspetti legali della vicenda. Ma la ferita più profonda riguarda le persone che avevano riposto la loro fiducia in lei.

Le conseguenze di una disinformazione medica

Belle Gibson ha avuto un impatto devastante su chi l’ha seguita, alimentando la disinformazione medica. La donna ha sponsorizzato metodi di cura non scientifici e, attraverso i social, ha diffuso teorie complottiste pericolose. Ha promosso, ad esempio, la terapia Gerson, una dieta non riconosciuta dalla comunità medica, e ha collegato erroneamente il cancro a un vaccino. La sua visibilità sui social l’ha resa una figura influente, ma anche una delle principali responsabili di aver indotto molte persone a fare affidamento su cure non provate, mettendo a rischio la loro salute.

L’influenza dei social media: un potere pericoloso

Questa vicenda ha messo in evidenza come i social media possano diventare un veicolo di disinformazione e pericolo. Belle Gibson è stata una delle prime influencer a utilizzare i social in modo sospetto, sfruttando la sua immagine per trarre profitto. Come molti altri casi successivi, questa storia ha alimentato la crescente preoccupazione per l’uso improprio delle piattaforme online, dove spesso le fake news e le teorie senza fondamento si diffondono rapidamente. Ciò ha creato un clima di incertezza e paura, che ha colpito non solo chi l’ha seguita, ma anche l’intera comunità online.

La lezione di Belle Gibson

La storia di Belle Gibson ci insegna che il mondo delle influencer può celare inganni profondi e che l’informazione online deve essere trattata con cautela. La serie “Apple Cider Vinegar” ci offre una riflessione su come la credibilità sia fondamentale, specialmente quando si tratta di temi delicati come la salute. Il caso di Gibson dimostra quanto sia importante fare attenzione a chi si segue online e a quali informazioni si sceglie di credere, poiché le conseguenze di una cattiva informazione possono essere drammatiche.

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