Elio Germano, Claudio Santamaria, Paolo Calabresi e Neri Marcorè, tra gli altri, fanno parte di un gruppo di oltre 3.200 attori rappresentati dall’Agenzia 7607 che ha intentato una causa contro il gigante dello streaming Netflix presso il Tribunale di Roma.
La disputa ruota attorno alla richiesta degli attori di un compenso equo da parte di Netflix per l’utilizzo delle loro opere sulla piattaforma. Secondo Cinzia Mascoli, presidente dell’Agenzia 7607, gli attori hanno tentato di negoziare per mesi, chiedendo una percentuale che per Netflix ammonterebbe a “il costo delle bollette telefoniche”.
Tuttavia, la contropartita di Netflix è stata giudicata inaccettabilmente bassa. “Accettarla avrebbe creato un precedente per le future contrattazioni, mantenendo i compensi degli artisti a livelli molto bassi”, ha spiegato Mascoli a FQMagazine. “Eravamo di fronte a una scelta: mangiare la minestra o saltare dalla finestra? Siamo saltati dalla finestra”.
Neri Marcorè, uno degli attori coinvolti, sottolinea la necessità di trasparenza e giusta retribuzione da parte delle piattaforme di streaming: “Non vogliamo subire atteggiamenti ostruzionistici e accettare compensi irrisori da parte delle piattaforme streaming. Tutti reclamiamo trasparenza sui dati di sfruttamento delle opere audiovisive e adeguatezza dei compensi”.
Elio Germano ha fatto eco a questo sentimento, criticando il rifiuto delle piattaforme di fornire dati e pagare equamente gli artisti: “Proprio le piattaforme che trattano e sfruttano dati si rifiutano, grazie al loro strapotere economico e contrattuale, di fornirci i dati previsti dalla normativa e di corrispondere di conseguenza i compensi agli artisti. E parliamo di multinazionali i cui ricavi derivano esclusivamente dallo sfruttamento di opere audiovisive”.
Al cuore della disputa c’è la Direttiva sul Diritto d’Autore dell’UE emanata nel 2019, che mira ad armonizzare il quadro normativo comunitario per il diritto d’autore nell’era digitale, in particolare su Internet. L’Agenzia 7607 sta chiedendo a Netflix di conformarsi a questa direttiva, ma con scarso successo finora.
La protesta ricorda lo sciopero degli attori di Hollywood che ha bloccato l’industria cinematografica americana per mesi prima di raggiungere un esito positivo. “Tranne che lì, hanno i sindacati”, ha sottolineato Mascoli, evidenziando che la sua Agenzia 7607 è attualmente l’unica entità privata a rappresentare gli attori contro il gigante dello streaming.
Mascoli ha anche espresso disappunto nei confronti dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), affermando che “un loro posizionamento su questa questione sarebbe importante”.
Mentre la battaglia legale si svolge, gli acclamati attori italiani e i loro rappresentanti sono determinati a ottenere un compenso equo e trasparenza da Netflix, stabilendo un precedente per il futuro dei diritti degli artisti nell’era digitale.
This post was last modified on 11 Aprile 2024 2:21