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Disinformazione online: come una campagna sfrutta Google e servizi cloud per diffondere malware

Disinformazione online: come una campagna sfrutta Google e servizi cloud per diffondere malware - Socialmedialife.it

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Nel panorama digitale contemporaneo, la disinformazione si sta dimostrando una minaccia sempre piĆ¹ insidiosa e complessa. Recentemente, ĆØ emerso un sofisticato sistema di disinformazione che approfitta di Google e di diversi servizi cloud, come Microsoft Azure e OVH, per veicolare malware e spam. Gli utenti Android ricevono notifiche apparentemente innocue riguardanti argomenti giĆ  ricercati, ma i risultati mostrati non sono altro che inganni diretti verso siti malevoli mascherati da articoli informativi.

come funziona la campagna di disinformazione

meccanismo della notifica su Google

Gli utenti Android ottengono notifiche da Google che informano su ā€œnuove informazioni relative a…ā€ un argomento di loro interesse. Tuttavia, il contenuto di queste notifiche ĆØ spesso fuorviante e porta a siti web che diffondono disinformazione. Questa situazione appare in particolare quando Google rileva un numero considerevole di articoli su un determinato soggetto, attivando un meccanismo che invia notifiche. Ad esempio, un recente avviso al riguardo di Harry Connick, Jr. ha portato a diversi link che raccontano storie inverosimili sulla salute dell’attore.

la diffusione delle informazioni false

Questa campagna non si limita a un solo personaggio famoso, ma colpisce varie celebritƠ, da Bill Paxton a Eminem, creando una narrativa di rumor su presunti problemi di salute. Gli articoli pubblicati su siti di disinformazione, spesso privi di fonti attendibili, generano confusione e alimentano le voci che i media mainstream tendono a ignorare. ƈ da notare che, quando si provano a visualizzare questi articoli con un software di blocco degli annunci, il contenuto potrebbe poichƩ le pagine stanno cercando di riconvertire i visitatori a siti maligni.

redirect verso siti malevoli

come avviene il reindirizzamento

Le pagine web collegate a questa disinformazione non solo insinuano notizie false, ma hanno anche un obiettivo ben preciso: reindirizzare gli utenti a siti web con contenuti pericolosi o spam. Queste pagine manipolano le loro strutture e presentano contenuti avvincenti per attirare clic, spingendo gli utenti a installare estensioni pericolose come ā€œEclipse Ad Blockerā€ o avvisi falsi di rilevazione di virus da programmi noti come Norton o McAfee. Le segnalazioni di tali pratiche hanno messo in luce un ampio utilizzo di script per l’iniezione di contenuti pubblicitari o allarmi pericolosi.

evidenze delle tecniche malevole

Molti dei siti rilevati sono ospitati su Microsoft Azure e replicano tecniche simili per eludere i controlli di sicurezza. Alcuni di questi domini hanno abbinato codici JavaScript obfuscati per complicare l’identificazione delle loro attivitĆ  malevole. Ad esempio, un link diretto per la presunta salute di Harry Connick, Jr. ha portato a un dominio che propaga contenuti non sicuri e adware, presentando all’utente messaggi ingannevoli per generare traffico e guadagnare attraverso pubblicitĆ .

le implicazioni della disinformazione

una minaccia alla sicurezza degli utenti

Le campagne di disinformazione utilizzeranno sempre piĆ¹ servizi cloud e algoritmi di ricerca per diffondere il loro messaggio. Questa operazione non solo distorce la veritĆ  ma mette anche in giuoco la sicurezza degli utenti, i quali rischiano di atterrare su siti capaci di installare malware o rubare dati. In un contesto dove la digitalizzazione continua a crescere, l’educazione e la consapevolezza rimangono gli strumenti principali per riconoscere e contrastare queste minacce.

risposta dei media e delle autoritĆ 

Alcuni organi di informazione hanno giĆ  cominciato a seguire le tracce di queste campagne per allertare il pubblico, mentre i rappresentanti di alcuni dei personaggi coinvolti sono stati contattati per informarli della situazione. Tuttavia, la sfida della disinformazione continua a essere una lotta difficile, poichĆ© gli algoritmi di ricerca e le tecniche utilizzate dagli autori di tali campagne diventano sempre piĆ¹ sofisticati e complessi da monitorare.

Lā€™era di Internet offre strumenti potentissimi, ma comporta anche la responsabilitĆ  di vigilare e navigare con cautela in un mare di informazioni non sempre veritiere.

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