OpenAI si prepara a lanciare il suo nuovo motore di ricerca search.chatgpt.com, posizionandosi per competere direttamente con Google. Al tempo della sua ascesa, Google dominò la scena grazie alla velocità, ma oggi potrebbe valere la pena attendere qualche secondo in più per ottenere risposte più accurate e pertinenti subito.
Le indiscrezioni riguardanti il prossimo lancio del motore di ricerca di ChatGPT sono sempre più frequenti. Recentemente, all’interno dei certificati SSL di ChatGPT, è stato incluso anche il dominio search.chatgpt.com. Ciò indica che OpenAI ha deciso di utilizzare il nome ben conosciuto di ChatGPT per un servizio che ha un solo obiettivo: sfidare il monopolio di Google sulla ricerca online.
L’intensificarsi delle voci in questo periodo suggerisce che Sam Altman potrebbe giocare un tiro mancino a Sundar Pichai durante il Google I/O, lanciando il motore di ricerca proprio nel pieno dell’evento. Questo movimento potrebbe essere visto come una dichiarazione di guerra per la conquista di uno dei segmenti più redditizi del web, dove attività legate alla ricerca e alla profilazione sono da anni vitali per lo sviluppo di tutti gli altri servizi di Google.
OpenAI, nonostante bruci milioni di dollari ogni giorno, vede in ChatGPT una soluzione potenziale ai problemi della ricerca odierna, spesso afflitta da risultati di scarsa qualità o non aggiornati. Google, nei suoi tentativi di bilanciare il motore, ha cercato di fornire le giuste risposte facilmente, ma la qualità della ricerca ha sofferto nel tempo a causa della sovrabbondanza di informazioni e di contenuti di bassa qualità prodotti algoritmicallyamente.
Un motore di ricerca basato su ChatGPT potrebbe, in pochi secondi, fornire tutto ciò di cui l’utente ha bisogno in modo chiaro e preciso, con foto e fonti accurate, offrendo un livello di approfondimento superiore. Seppur l’attuale velocità di risposta dell’IA richieda alcuni secondi, questo potrebbe non essere un grande svantaggio se consideriamo quanto tempo spesso si perde navigando attraverso link irrilevanti o ingannevoli con una ricerca Google tradizionale.
Si ipotizza anche che gli accordi recentemente menzionati tra Apple e OpenAI, discussi ampiamente nei principali quotidiani americani, possano riguardare proprio l’aspetto ricerca. Negli anni, Google ha pagato miliardi di dollari a Apple per essere il motore di ricerca predefinito in Safari, e non è escluso che ChatGPT Search possa prendere il posto di Google nelle future versioni dei sistemi operativi di Apple, o essere integrato come alternativa, lasciando che l’utente scelga tra il classico Google o la ricerca AI.
In sintesi, mentre Google continua a sviluppare il suo motore di ricerca AI basato su Gemini, la risposta di OpenAI potrebbe rappresentare una seria minaccia per il gigante della ricerca, forse la più grande sfida che Google abbia mai affrontato. Scopriremo presto se anche Google ha una risposta pronta, ma una cosa è certa: la competizione tra questi colossi tecnologici sta per entrare in una nuova, entusiasmante fase.
This post was last modified on 4 Maggio 2024 14:12