Terremoto in Myanmar: oltre 3.000 vittime e danni ingenti al patrimonio culturale

Il terremoto di magnitudo 7.7 in Myanmar ha causato quasi 3.000 morti e oltre 4.500 feriti, aggravando una crisi umanitaria già complessa a causa dei conflitti civili in corso.
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A una settimana dal devastante terremoto di magnitudo 7.7 che ha colpito il Myanmar il 28 marzo 2025, la situazione continua a essere drammatica. Le autorità locali segnalano già quasi 3.000 morti e oltre 4.500 feriti, con centinaia di persone ancora disperse. Le difficoltà nel raggiungere le aree più colpite sono amplificate dai conflitti civili in corso nel Paese, mentre la crisi umanitaria si aggrava con più di un milione e mezzo di sfollati.

La conta delle vittime e l’emergenza umanitaria

Il bilancio delle vittime del terremoto è in costante aggiornamento, con i soccorritori che continuano a lavorare tra le macerie nella speranza di trovare sopravvissuti. Tuttavia, le operazioni sono ostacolate dalla difficile accessibilità delle zone colpite e dalla persistenza dei combattimenti tra le fazioni coinvolte nel conflitto civile che affligge il Paese da anni.

Le immagini satellitari mostrano interi villaggi distrutti, rendendo evidente l’entità della devastazione subita dalle infrastrutture locali. Oltre ai danni materiali alle abitazioni e agli edifici pubblici, la situazione è ulteriormente complicata dall’emergenza sanitaria legata all’assenza di ripari per gli sfollati e alla scarsità di risorse mediche disponibili per affrontare i feriti.

In questo contesto critico, molte organizzazioni umanitarie stanno cercando di fornire assistenza alle popolazioni colpite dal sisma; tuttavia, la mancanza di sicurezza rende difficile l’accesso ai luoghi più bisognosi d’aiuto.

I danni al patrimonio culturale

Oltre alla tragedia umana rappresentata dalle perdite in vite umane, il terremoto ha inflitto gravi danni anche al patrimonio culturale del Myanmar. Il World Monuments Fund ha avviato un’indagine per valutare l’impatto sui siti storici e religiosi presenti nel Paese; molti edifici erano già stati danneggiati a causa del conflitto civile preesistente.

Tra i monumenti distrutti figura la torre della pagoda Shwe Sar Yan nei pressi della città di Mandalay; video amatoriali hanno documentato il crollo immediatamente dopo il sisma. A Mandalay si registrano anche significativi danni allo storico Mandalay Palace – replica dell’antico complesso andato distrutto durante la Seconda guerra mondiale – così come al portale del palazzo Si Shay e all’Ava Bridge costruito nel 1934.

Inoltre, diversi monasteri buddistici nella zona hanno subito crollo parziale o totale: tra questi spiccano Me Nu Brick e New Masoeyein; si stima che oltre venti complessi monastici siano stati gravemente danneggiati solo nella città stessa.

La situazione nei siti Unesco

La città antica di Bagan è particolarmente vulnerabile dopo questo evento catastrofico; riconosciuta come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco dal 2019 grazie ai suoi templi storici risalenti all’XI secolo, Bagan ospita circa 3.595 monumenti architettonici che ora potrebbero aver subito nuovi danneggiamenti a seguito del sisma attuale.

Già provata da un precedente terremoto avvenuto nel 2016 che aveva causato significativi danno strutturali ad alcuni dei suoi templi principali, ora ci si preoccupa per l’aggravarsi della situazione attuale senza avere ancora dati certificati sulle condizioni reali dei monumenti rimasti intatti fino ad oggi.

Anche altri siti Unesco come le Antiche Città di Pyu potrebbero aver subito conseguenze negative ma sarà necessario attendere ulteriormente prima d’avere conferme ufficiali. Nel frattempo, foto diffuse dai reporter mostrano pagode danneggiate anche nella capitale Naypyitaw, dove non sono mancati problemi all’interno del National Museum of Myanmar.

Infine, anche la Thailandia vicina ha dovuto affrontare gli effetti collaterali dello stesso sisma; fortunatamente qui i numeri delle vittime risultano inferiori rispetto a quelli riportati dal Myanmar. Tra gli edifici storici compromessi figura pure Wat Pho a Bangkok dove nonostante tutto resta intatto il famoso Buddha reclinato.