Teatro e inclusione sociale: il successo di “Mai capitato al mondo” al CineTeatro Colosseum

Un’opera teatrale al CineTeatro Colosseum coinvolge sette persone senza dimora, trasformandole in attori e narratori delle loro esperienze, per sensibilizzare contro l’esclusione sociale attraverso il progetto “Generazione Z”.
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Ieri sera, il CineTeatro Colosseum ha ospitato una rappresentazione unica dal titolo “Mai capitato al mondo”, un’opera teatrale che ha coinvolto sette persone senza dimora, ora attori e narratori delle loro esperienze. L’evento è stato parte del progetto “Generazione Z”, sostenuto dall’assessorato regionale della Famiglia e promosso dalla Fondazione Don Calabria per il sociale. La performance ha messo in luce storie personali ricche di ironia, emozioni e un forte messaggio contro l’exclusione sociale.

Un progetto di inclusione attraverso il teatro

Il titolo dello spettacolo è stato scelto dai protagonisti stessi: Hamza Bhihi, Alessandro Raso, Giusy Milazzo, Nicola Oliveri, Liboria Nicoletti, Daniela Samperi e Nevena Simonsson. Questo titolo racchiude l’essenza di un percorso che è iniziato nell’ottobre 2024 con incontri settimanali dedicati a esercizi di mimica e prossemica. Sotto la guida del regista Orazio Bottiglieri, quattordici partecipanti hanno avuto l’opportunità non solo di salire sul palco ma anche di collaborare dietro le quinte o semplicemente osservare.

Marco Guttilla, responsabile del progetto “Generazione Z”, ha sottolineato come questo percorso abbia trasformato gli individui da invisibili a protagonisti sul palcoscenico. Le competenze acquisite dimostrano che anche in situazioni difficili si può ricostruire una vita attraverso relazioni significative e creatività. Il progetto va oltre la semplice rappresentazione teatrale; mira a favorire l’autonomia degli attori nella loro vita quotidiana.

Un messaggio potente contro l’esclusione

Dopo sei mesi intensi di lavoro collettivo, lo spettacolo presentato al pubblico palermitano si distingue per la sua originalità: racconta storie vissute da chi ha affrontato la dura realtà della vita per strada. Orazio Bottiglieri ha commentato come questo tipo di teatro offra ai partecipanti una chance concreta per ricominciare. La narrazione delle proprie esperienze diventa così uno strumento potente non solo per esprimere se stessi ma anche per sensibilizzare gli spettatori sulle problematiche legate all’emarginazione sociale.

L’obiettivo principale era quello di far dimenticare gli errori passati dei protagonisti mentre si ricordava quanto siano importanti le piccole cose nella vita quotidiana; ad esempio un comodino su cui poggiare i propri effetti personali può diventare simbolo di speranza per chi vive in condizioni precarie.

L’importanza della comunità nel processo creativo

Il successo dello spettacolo non risiede solo nelle performance individuali ma anche nel lavoro collettivo svolto durante i mesi precedenti alla rappresentazione finale. Ogni incontro settimanale era caratterizzato da momenti dedicati alla condivisione delle proprie storie ed emozioni; questa interazione ha permesso ai partecipanti non solo d’imparare tecniche teatrali ma soprattutto d’intessere legami umani significativi tra loro.

La comunità locale è stata invitata a prendere parte attivamente all’iniziativa sia come pubblico sia come supporto logistico durante le prove e le preparazioni finali dello spettacolo. Questo approccio inclusivo evidenzia quanto possa essere fondamentale il sostegno reciproco nella costruzione dell’autonomia personale degli individui coinvolti nel progetto.

La serata trascorsa al CineTeatro Colosseum rimarrà impressa nei cuori degli spettatori grazie alle emozioni condivise sul palco da coloro che hanno vissuto esperienze estreme ed ora sono riusciti a trasformarle in arte vivente.