Spyware Paragon Solution: Scoperte di Spionaggio Riguardano Novanta Persone in Italia - Socialmedialife.it
Un allerta significativo affiora sulla questione della privacy digitale in Italia, dove almeno novanta individui, comprese alcune personalità italiane, sono stati bersaglio dello spyware Paragon Solution sviluppato dall’azienda israeliana Graphite. Questa tecnologia software si occupa di raccogliere informazioni sulle attività online degli utenti senza il loro consenso, sollevando interrogativi critici sul rispetto della sicurezza personale e sui confini etici della sorveglianza.
La questione è stata portata alla luce dal Citizen Lab dell’Università di Toronto, che ha pubblicato un dettagliato rapporto sulle operazioni di Paragon Solution negli ultimi mesi. Questo report ha svelato l’esistenza di tracce dello spyware su dispositivi di diversi attivisti e giornalisti, creando preoccupazioni sulle modalità di sorveglianza attuate. Tra le vittime ci sono nomi noti, come Francesco Cancellato, direttore del quotidiano online Fanpage, che ha ricevuto un avviso tramite WhatsApp da Meta riguardo alla spiata.
L’indagine si è concentrata anche su figure prominenti nel settore dell’attivismo umanitario, come Luca Casarini e Giuseppe Caccia, fondatori della ONG Mediterranea Saving Humans. Entrambi hanno avuto conferma della presenza di questo spyware sui loro telefoni già dallo scorso dicembre, un fatto che sta sollevando interrogativi sulla sicurezza dei comunicatori in ambito sociale e politico.
Il 19 marzo, Mediterranea ha divulgato un comunicato stampa in cui venivano esposti i risultati delle indagini condotte sulla spiata. In questa nota si afferma che sono stati raccolti elementi tangibili della presenza di Paragon Graphite sui dispositivi di attivisti. La ONG ha annunciato che presenterà questi dati a cinque procure italiane: Palermo, Napoli, Bologna, Venezia e Roma, oltre a inoltrare la questione alla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola.
Secondo la ONG, l’operato dei servizi segreti nella questione libica, insieme ai legami con grandi gruppi privati interessati al settore petrolifero e delle armi, potrebbe essere un fattore chiave in questo scenario di spionaggio. I leader di Mediterranea hanno espresso la loro forte opposizione ai metodi di sorveglianza che colpiscono attivisti per i diritti umani e giornalisti, definendo tali pratiche come un ritorno a un regime da Stato di polizia.
Le rivelazioni riguardanti l’uso dello spyware Paragon Solution alimentano un dibattito più ampio sui limiti della privacy personale e sulla vigilanza governativa. Mediterranea ha messo in evidenza la necessità di maggiore trasparenza da parte del governo italiano, accusandolo di nascondere informazioni sotto il segreto di Stato. La dichiarazione dell’organizzazione pone l’accento su un problema molto serio: l’equilibrio tra sicurezza nazionale e diritti civili.
La preoccupazione per la democrazia in Italia si fa sempre più presente, con la società civile che chiede una maggiore responsabilità e trasparenza. Il caso di Paragon Solution rappresenta non solo una possibile violazione della privacy individuale ma può configurarsi anche come un attacco frontale ai diritti fondamentali dei cittadini, avvitando ulteriormente la questione di come le tecnologie moderne siano utilizzate in un contesto politico e di sicurezza.