Un recente report di Citizen Lab ha rivelato un’inquietante attività di spionaggio che coinvolge un sofisticato software di hacking prodotto da una società israeliana, Paragon Solutions. Questo spyware, noto come Graphite, è stato utilizzato per monitorare attivisti italiani impegnati nelle operazioni di salvataggio dei migranti nel Mar Mediterraneo. La scoperta, emersa nei giorni scorsi, ha sollevato interrogativi sulla gestione dei contratti federali e sulle pratiche etiche di aziende che si dicono selettive nella scelta dei propri clienti governativi.
La natura dello spyware e l’azienda produttrice
Citizen Lab, un’organizzazione no-profit con sede a Toronto, ha condotto un’analisi sugli apparecchi telefonici compromessi, giungendo alla conclusione che Graphite è stato progettato per infiltrarsi nelle comunicazioni di attivisti e oppositori politici. A differenza di altri spyware di alto profilo come Pegasus, Graphite si distingue per la sua capacità di rimanere nascosto e di infettare specifiche applicazioni, in particolare WhatsApp. Ciò gli consente di monitorare le conversazioni senza compromettere l’intero dispositivo, riducendo così il rischio di scoperta da parte delle autorità.
Paragon Solutions si presenta come un’azienda etica, affermando di essere più selettiva rispetto a concorrenti come NSO Group, che ha subito sanzioni dagli Stati Uniti per la distribuzione di strumenti a regimi autoritari. Tuttavia, il report di Citizen Lab mette in dubbio la veridicità di tali affermazioni, evidenziando che l’uso di Graphite per spiare i difensori dei diritti umani solleva gravi preoccupazioni etiche.
Attivisti italiani nel mirino e le segnalazioni di hacking
L’analisi ha rivelato che tra i bersagli principali dello spyware ci sono figure chiave come Luca Casarini e Giuseppe Caccia. Casarini, noto per le sue critiche alle politiche italiane sulla migrazione, e Caccia, co-fondatore di Mediterranea Saving Humans, un’organizzazione dedicata al salvataggio dei migranti, sono stati specificamente identificati come obiettivi. Questo porta a una riflessione su come le tecnologie di sorveglianza possano essere utilizzate per silenziare le voci critiche.
A gennaio, circa novanta persone hanno ricevuto avvisi dal servizio di messaggistica WhatsApp, informandole di potenziali tentativi di hacking da parte di strumenti di sorveglianza di livello governativo. Tra loro c’era anche il caporedattore del sito di notizie Fanpage, che ha confermato di aver ricevuto un avviso relativo a Paragon Solutions. Tuttavia, dopo aver analizzato il suo dispositivo, non ha trovato prove di infezione, suggerendo così una continua evasività dello spyware.
La reazione del governo italiano e le indagini in corso
Il governo italiano ha affrontato la situazione con risposte contrastanti. Dalla diffusione della notizia, sono emerse dichiarazioni che indicano una sospensione dei contratti con Paragon Solutions mentre si attende l’esito di un’indagine ufficiale. Questa attenzione da parte delle autorità è cruciale, considerando la gravità delle implicazioni legate alla privacy e alla sicurezza degli attivisti perseguitati.
Risoluzioni rapide sono necessarie per garantire che la fiducia dei cittadini nel governo non venga compromessa. La vigilanza sul modo in cui le tecnologie di sorveglianza sono impiegate è fondamentale, poiché possono rappresentare una minaccia diretta ai diritti fondamentali.
In aggiunta, Citizen Lab ha esortato gli sviluppatori delle app colpite a esaminare report di crash e anomalie, cercando evidenze di infezioni simili. Questo suggerisce che il problema non possa essere ignorato e richiede un’azione congiunta da parte di aziende tecnologiche e autorità.
La questione dello spionaggio informatico in Italia e nel resto d’Europa è diventata un argomento sempre più rilevante, specialmente in un’epoca in cui i diritti umani e la libertà di espressione sono frequentemente sotto attacco. I riflettori rimangono puntati su Paragon Solutions e sul suo spyware, poiché la sicurezza dei dati e della privacy è un tema di primaria importanza per la società moderna.