Spettacolo “Noi siamo un minestrone”: un incontro di vita all’Oratorio di San Filippo Neri

Il Teatro delle Ariette presenta “Noi siamo un minestrone” il 3 e 4 maggio all’Oratorio di San Filippo Neri, un’opera che esplora l’identità collettiva attraverso arte, cibo e relazioni umane.
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All’Oratorio di San Filippo Neri, il Teatro delle Ariette presenta lo spettacolo “Noi siamo un minestrone” il 3 e 4 maggio. Questo evento, parte della programmazione del LabOratorio curata da Mismaonda in collaborazione con la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, offre una riflessione profonda sulla vita attraverso l’arte teatrale.

Un’esperienza immersiva tra attori e spettatori

L’allestimento si svolge in uno spazio quadrato dove due pentole occupano il centro della scena, circondate da tavoli bassi e sedie per gli spettatori. L’atmosfera è intima e accogliente, invitando a partecipare attivamente all’esperienza. Più che uno spettacolo tradizionale, “Noi siamo un minestrone” si configura come un incontro poetico che esplora temi universali come l’amore, la natura e la felicità.

La regia è affidata a Paola Berselli e Stefano Pasquini, i fondatori della compagnia Teatro delle Ariette. Loro stessi descrivono l’opera come una ricerca dell’identità collettiva: chi siamo noi? Questa domanda risuona nel corso dello spettacolo mentre gli attori condividono storie ed emozioni con il pubblico.

Il messaggio centrale è chiaro: ogni individuo porta con sé esperienze diverse ma insieme formiamo una comunità ricca di relazioni significative. La rappresentazione invita a riflettere su quanto possa essere semplice trovare gioia anche nei momenti difficili.

Tematiche affrontate nello spettacolo

“Noi siamo un minestrone” affronta tematiche profonde attraverso metafore legate al cibo e alla natura. Il minestrone stesso diventa simbolo della vita quotidiana: composto da ingredienti diversi che si mescolano per creare qualcosa di nuovo e unico. Gli attori parlano dell’importanza delle relazioni umane nella costruzione del nostro mondo.

Durante lo spettacolo vengono esplorati concetti come la guerra contro la pace, l’amore contro la sofferenza; tutti elementi che compongono il tessuto sociale in cui viviamo. Attraverso questo approccio narrativo viene messa in luce anche l’energia vitale degli animali e la forza delle piante nel nostro ecosistema.

In questo contesto difficile caratterizzato da conflitti globali, lo spettacolo emerge come una celebrazione dell’amore umano; non solo come sentimento romantico ma anche come connessione profonda tra le persone.

La compagnia Teatro delle Ariette

Fondata nel 1996 da Paola Berselli, Stefano Pasquini e Maurizio Ferraresi, il Teatro delle Ariette ha saputo ritagliarsi uno spazio importante nel panorama teatrale italiano ed europeo grazie alla sua proposta unica che fonde arte teatrale con esperienze quotidiane legate alla vita contadina.

Con oltre trenta creazioni artistiche alle spalle ed oltre 2500 repliche effettuate sia in Italia che all’estero, questa compagnia ha sviluppato uno stile distintivo caratterizzato dall’autenticità dei rapporti umani espressa sul palcoscenico. La loro sede operativa si trova tra le colline bolognesi dove continuano a intrecciare arte con lavoro agricolo nella loro ricerca continua verso nuove forme espressive.

Dal 2015 gestiscono anche progetti dedicati al teatro comunitario sotto il nome “Territori da cucire”, dimostrando così un forte impegno sociale oltre quello artistico. Nel 2020 hanno ricevuto riconoscimenti importanti dal mondo critico teatrale confermando ulteriormente la loro rilevanza culturale nel settore.

Per partecipare allo spettacolo è previsto un contributo per i pasti pari a dieci euro; i posti sono limitati quindi è consigliabile prenotare in anticipo per non perdere questa opportunità unica di vivere teatro in modo diverso.

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