Sparizione di Wazir Khan: il giovane attivista dello sviluppo educativo in Afghanistan riportato in luoghi segreti

La scomparsa di Wazir Khan, giovane fondatore dell’associazione Today Child in Afghanistan, ha destato grandissime preoccupazioni tra familiari e organizzazioni per i diritti umani. Impegnato nella scolarizzazione di bambini e bambine nelle zone più remote del Paese, il suo attivismo rappresenta una minaccia per il governo talebano, contrapposto all’istruzione che cerca di promuovere. Le notizie al riguardo sono poche e frammentarie, incrementando l’ansia che circonda la sua sorte.

La misteriosa scomparsa di Wazir Khan

Nelle ultime settimane, il silenzio del telefono di Wazir Khan ha allarmato chiunque lo conosca. Ai messaggi giungono solo risposte di assenza, un segnale inquietante di un destino incerto. Agenti dell’intelligence talebana lo hanno prelevato dal suo domicilio a Kabul e portato in un luogo ignoto. Quella notte del 24 febbraio, quattro uomini armati lo hanno fatto sparire, legato e bendato, lasciando dietro di sé solo domande sul perché di questo atto.

Wazir non è un semplice cittadino. È un giovane di 25 anni, noto per il suo sorriso contagioso e la determinazione fiera nel garantire a bambini e bambine il diritto all’istruzione. Il suo impegno si concretizza in una scuola itinerante che si sposta tra villaggi e zone montane, cercando di toccare anche le comunità più isolate. La notizia della sua sparizione si è diffusa solo ora, ma il rancore espresso dai talebani nei suoi confronti risale al suo attivismo in favore dell’educazione in un contesto dove tale azione è spesso ostacolata.

Le avversità contro l’istruzione in Afghanistan

L’arresto di Wazir Khan si inserisce in un contesto tragico. L’Afghanistan ha raggiunto tassi di alfabetizzazione tra i più bassi al mondo, e la situazione scolare è in netto declino. Per giunta, l’impegno di Khan e della sua organizzazione, Today Child, nell’acquisto di libri e materiali didattici, si scontra brutalmente con l’ideologia di governo. I talebani vedono queste iniziative come una minaccia ai loro principi. In un Paese dove oltre la metà della popolazione è analfabeta, l’opera di una figura così proattiva diventa una bandiera per chi aspira a una società più istruita e libera.

Il fatto che persone come Wazir risultino perseguitate anziché celebrate dalla società civile indica un paradosso aggravante. Le organizzazioni per i diritti umani hanno denunciato pubblicamente il trattamento riservato a Khan e chiedono il suo rilascio immediato. Le loro parole si levano in segno di protesta, chiedendo che l’attenzione internazionale venga focalizzata su questo caso drammatico, che non è isolato ma parte di un quadro più ampio di repressione contro chi cerca di costruire e rinvigorire il futuro educativo del Paese.

Un messaggero di speranza e libertà

In precedenti interviste, Wazir Khan ha sempre sottolineato il suo impegno a favore della scolarizzazione, pur essendo consapevole dei rischi associati alla sua passione. Ha raccontato come il sapere possa emancipare una generazione intera, permettendo a donne e uomini di crescere liberi in un contesto di vera oppressione. «Spero di poter cambiare l’Afghanistan attraverso l’istruzione», aveva affermato con fermezza. Tali affermazioni ora risuonano in modo tragico, come profezie di un destino inaspettato.

L’appello alla mobilitazione internazionale non è solo per la salvezza di Wazir Khan, ma anche per dare voce a coloro che, come lui, dedicano la propria vita a un ideale di libertà e istruzione per tutti. Non possiamo assistere in silenzio mentre una figura così rappresentativa viene silenziata. Ogni giorno che passa senza novità solleva interrogativi sul futuro dell’istruzione in Afghanistan e sul destino di chi per essa lotta.

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