Social media inopportuni? Parla Sollecito

Uso improprio dei social media, questo l’argomento della tesi di laurea di Raffaele Sollecito.
Strategia o vera ricerca? Questo è il quesito che mi sono posta quando ho appreso della tesi di laurea di Raffaele Sollecito su se stesso, condannato in appello a 25 anni per aver ucciso Meredith Kercher insieme alla sua ex fidanzata Amanda Knox.
Quindi durante anni di processi e polveroni mediatici, Sollecito si è concentrato sui suoi studi di ingegneria informatica, laureandosi con il voto di 88/110 con un elaborato finale che tratta di ciò che hanno scritto sul suo conto i social network. La sua ricerca si è concentrata sull’associazione del proprio nome alle parole colpevole e innocente.
In vista della decisione della Corte di Cassazione che avverrà tra qualche mese, Sollecito, che ha sempre dichiarato di essere vittima di un errore giudiziario, starà cercando un pò di pubblicità mediatica per discolparsi? La stessa pubblicità mediatica che nel suo elaborato ha accusato di “uso improprio” del suo nome, danneggiando la sua immagine. Una pressione sul giudizio penale futuro?
Una pratica lecita, ampiamente utilizzata negli Stati Uniti, ritenendo di poter influire sulle decisioni dei giudici. Sollecito ha messo in evidenza come l’accostamento del suo nome e la parola “innocente“ si sia moltiplicato nel giorno del processo e per i successivi giorni. Sollecito ritiene che i social media, in particolare Facebook e Twitter, siano una potente cassa di risonanza per l’opinione pubblica.
E ora che si è scritto anche l’arringa per difendersi, con una laurea in ingegneria informatica, si apre l’asta all’offerta di lavoro migliore!
Marialuisa Allocca