Screen Generation

Come cambia l’umanità in base alle evoluzioni scientifiche e tecnologiche dell’era digitale.
Un nuovo fenomeno presentatosi con la società della conoscenza è la screen generation, letteralmente “la generazione schermo”, ebbene si tratta dei giovani che oggi affollano le scuole, quelli che rispetto ai loro genitori, vengono considerati meno interessati all’apprendimento.
Pier Cesare Rivoltella e Prensky, danno origine ad un dibattito sulla differenza fra nativi digitali che si distinguono in quanto nascono già nell’era digitale, quindi vantano un’innata competenza digitale, a differenza degli immigrati digitali, figli del libro e della scrittura, che si sono trovati catapultati in un ambiente del tutto innovativo al quale hanno dovuto adeguarsi, acquisendo nuove competenze.
Rivoltella riconosce tre fondamentali caratteristiche della screen generation: la capacità multitasking, l’interattività e la peculiarità di riconoscersi in una subcultura “la finger generation” (generazione del dito) così definita perchè caratterizzata della digitazione delle informazioni sulle tastiere.
Invece, De Kerckhove si spinge a parlare di nuovo “brainframe“, letteralmente quadro mentale, o meglio stile di pensiero. Questo concetto vede il superamento della presa cognitiva sul mondo che aveva la precedente generazione e vanta una generazione molto sveglia e impegnata, legata ad Internet ma non in modo morboso, che utilizza la Rete per diversi scopi, i Social per consolidare le proprie amicizie tenendo conto dei pericoli che offre il Web; diventando più critici rispetto l’informazione e le opportunità che Internet offre; affinando, attraverso i giochi di ruolo, la capacità decisionale.
I giovani non sono quindi schiavi di Internet, ma lo utilizzano in maniera costruttiva, meglio di quanto i genitori non si aspettino. Impiegano il loro tempo libero per coltivare hobby e partecipare ad attività outdoor, hanno riscoperto l’importanza della lettura che la precedente generazione, schiavizzata alla tv, aveva perso.
Internet li prepara a sentirsi protagonisti concreti della società della conoscenza.
Forse, non tutti i mali, vengono per nuocere?!
Mariualuisa Allocca