La Guerra in Ucraina vista attraverso i Social Media

Quando la guerra sembra più vicina di quanto sia davvero.
Con l’avvento di Internet, la sua più importante peculiarità è stata riconosciuta nella possibilità di farci comunicare in maniera continua e istantanea. Forse proprio a questo è dovuto il suo veloce successo.
Non è nuova la notizia della guerriglia che si sta svolgendo tra Russia e Ucraina, impegnata nella lotta per la propria indipendenza. La giornata di venerdì, 2 Maggio, è stata la più violenta, gli scontri in Ucraina sono culminati nell’incendio di un edificio a Odessa, città meridionale dell’Ucraina.
Gli scontri tra filorussi e filoucraini sono sfociati in un incendio all’edificio del sindacato, che ha provocato la morte di almeno 46 persone. La dinamica è ancora da accertare nel dettaglio, ma secondo le prime ricostruzioni, i separatisti filorussi avrebbero occupato l’edificio e si sarebbero barricati all’interno e avrebbero dato fuoco all’edificio facendo decine di morti, tra chi è stato ucciso dalle ustioni, chi è stato intossicato dal fumo e chi si è lanciato dalla finestra cercando di scappare.
E anche in questo caso il Web, in particolare i social network, sono stati testimoni in tempo reale degli avvenimenti, soprattutto di questa tragedia. Infatti da qualche ora circolano in Rete le prime foto dell’edificio bruciato e delle sue vittime.
Foto molto crude, sconsigliate a un pubblico troppo sensibile, ma purtroppo veritiere di ciò che può significare la guerra, macchina che miete vittime innocenti e del male sociale che provoca.
Ma cosa ne pensa il mondo Web?
Se da un lato la comunicazione istantanea è una finestra sul mondo sempre spalancata, forse si dovrebbero avere dei filtri più fitti per la divulgazione di certi materiali audio o visivi che siano. L’indignazione per la guerra è vasta almeno quanto quella contro la diffusione delle crude immagini degli avvenimenti di cronaca, come in questo caso.
I più coraggiosi possono trovare la gallery (che volutamente non ho voluto mostrare) qui.
Cosa ne pensate? Certi materiali devono subire restrizioni o possono circolare liberamente, rispettando il diritto di cronaca e informazione?
Marialuisa Allocca