Il Web non è così World Wide

Un’indagine mostra la reale penetrazione Web a livello globale, denotando un concreto squilibrio tra Europa e resto del Mondo.
Internet rappresenta per molti una delle più grandi innovazioni in grado di rivoluzionare la Storia dell’Umanità, al pari dell’invenzione della Stampa ad opera di Gutenberg o della Scrittura, in epoca arcaica. Nessuna obiezione, considerato il modo in cui la Rete ha sconvolto abitudini e modo di comunicare, ma anche settori come l’Economia, la Politica, il Lavoro, l’Associazionismo, etc. etc. La lista sarebbe davvero lunga, basti dire che Internet è, ormai, qualcosa di molto vicino alle teorie Platoniche di prefigurazione dell’individuo e manifestazione iperuranica. Insomma, una sorta di Realtà Parallela o Quarta Dimensione, nella quale si vive, si lavora, ci si educa (ma anche il luogo in cui ci si isola, ci si massifica al qualunquismo e ci si appiattisce sulla in-cultura mainstream).
Paradiso e Inferno, d’altronde, come spesso mi piace ricordare, Internet o i Social Media, non sono altro che lo strumento, come un martello, che di per sé non uccide, se non impugnato da qualcuno/a con quello specifico intento distruttivo. Ma qual’è la reale penetrazione del Web, a livello globale, oggi?
Secondo una ricerca pubblicata dalla International Telecommunication Union, agenzia delle Nazioni Unite specializzata in ICT, solo 47 cittadini su 100 utilizzano Internet, in media, al giorno. L’accesso è percepito ormai come una comodità garantita (non differente da utilities come energie elettrica e acqua corrente) in paesi del Nord America e in Europa, mentre la divisione tra Primo e Terzo Mondo si perpetra, per proprietà transitiva, anche per quanto concerne la penetrazione di Internet nei Paesi meno sviluppati, con conseguenti e precipui rischi legati alla mancanza di una fonte di Informazione sempre aggiornata e di un mezzo di apprendimento.
L’Europa vanta la percentuale di accesso più alta (79,1%), superando le Americhe (65%), che pagano, per il calcolo della media, le percentuali del Nord, Centro e Sud dei Paesi del Nuovo Mondo. Africa fanalino di coda, con un 25.1%, ossia 25 abitanti su 100. Per fortuna che Zuckerberg ha avviato il suo piano di diffusione di Internet per i Paesi meno sviluppati, grazie alla costruzione del mega drone a energia solare… peccato si sia schiantato già durante il volo di collaudo.
Rimane un concetto: se Internet è il volano della Democrazia, allora abbiamo da fare ancora tanti passi da gigante!
Tommaso Lippiello
Ciao Tommaso, complimenti per il post. Sono d’accordo quando identifichi Internet come un volano della democrazia. E per fare questo bisogna avere accesso alle risorse della Rete, ma non basta. Per aumentare, davvero, la democrazia bisogna investire in formazione sul suo utilizzo, dando a tutti pari opportunità. Sotto questo profilo siamo ancora indietro, e non serve andare in Africa per rendersene conto :-). Ciao e buon lavoro!
Ciao Diego
grazie innanzitutto del commento.
Concordo su tutta la linea, non solo infrastrutture ma anche educazione! Senza le due, non si va da nessuna parte, anzi si rischia di avere il risultato inverso.
Tommaso