Il Fumetto approda al Digitale – intervista a Emanuele Tenderini

Il fumetto incontra la tecnologia e approda sui dispositivi di ultima generazione.
Tanto c’è ancora da fare per affermare la specificità del fumetto digitale e perché gli autori trovino la strada per interfacciarsi, magari proprio attraverso i “social”, con i propri lettori in modo innovativo, ma siamo sulla buona strada.
Dal tratto di matita sul foglio ai livelli di Photoshop che si vanno a sovrapporre con la giusta “trasparenza”: nasce così il fumetto digitale.
Non una semplice trasposizione dalla carta allo schermo di un tablet, ma una vera e propria rivoluzione destinata ad investire anche il mondo dei social network.
Già negli ultimi anni si assiste sempre di più a fenomeni di autori che attraverso il web – con piattaforme originali o ricorrendo agli spazi offerti da Facebook e Twitter – costruiscono un rapporto inedito con i propri lettori, con un’innovativa interlocuzione in tempo reale.
La possibilità, ormai alle porte, che vedano la luce fumetti pensati e distribuiti esclusivamente sui tablet di ultima generazione non potrà che rafforzare questo fenomeno. E non è da escludere, in un futuro forse molto prossimo, che si possa entrare tramite lo schermo dei nostri pc o dei nostri tablet in un social network dei fumetti dove autori e lettori possano liberamente confrontarsi.
Di come nasce e di quali sono le prospettiva del fumetto digitale abbiamo parlato, partecipando ad un approfondimento sul tema nella cornice del “Lucca Comics & Games 2012, con Emanuele Tenderini, disegnatore veneziano riconosciuto come fra i più importanti esponenti mondiali della tecnica della colorazione digitale, con cui la potenziale infinità di livelli da creare si manifesta, sui dispositivi di ultima generazione, nella percezione di una profondità inedita e impossibile da riprodurre su carta.
Ma qual’è lo “stato dell’arte” oggi nel nostro Paese?
“Più che d’Italia parlerei direttamente del mercato globale che è ancora ad uno stato “pre embroniale”: ci sono stati dei tentativi ma si sono sempre ridotti ad una trasposizione su monitor di scansioni di tavole cartacee. Manca una tecnica diffusa per la creazione di tavole e storie rivolte al digitale, per questo, sbagliando, si cerca di usare regole e codici che sono proprie della carta.
Nel nostro Paese, come ogni volta che si parla di tecnologia, siamo probabilmente ancora più indietro; d’altronde mancando il mercato manca anche chi investa in questo settore.
Il punto è che è inutile parlare di fumetto su iPad se poi ci mettiamo su tavole di cinquant’anni fa…bisogna creare storie legate alla contemporaneità e dedicate al digitale, rifacendosi anche alle grandi innovazioni dei videogiochi e del cinema.”
E se c’è ancora tanto da fare lo si deve anche alle problematiche incontrate nell’offrire una lettura di qualità dei fumetti sui dispositivi mobili. Si parla della necessità di un tablet pensato appositamente per i fumetti (così come ha fatto “Kindle” per la narrativa), ma al momento i grandi editori – come Marvel che ha prodotto alcune applicazioni per iPad – non paiono interessati a progetti di tale portata.
Perché questa titubanza? Quale scintilla deve scoccare perché si possa innescare un processo virtuoso di crescita del mercato del fumetto digitale?
“Ho l’impressione che si cerchi di essere i “primi fra i secondi”, che si stia ancora aspettando che qualcuno azzecchi la giusta formula per realizzare storie specifiche per un certo tipo di device.
Credo che nei prossimi anni saremo sommersi da sempre nuovi tablet – basti pensare che già escono i primi device pieghevoli, veri e propri “fogli digitali” – ma perché il fumetto si affermi come mercato digitale è fondamentale che esca un progetto trainante, che stimoli la voglia di investire nel settore e permetta di creare una professionalità diffusa che oggi manca.
Solo così il fumetto digitale potrà costruirsi una posizione fra il cartaceo, i videogiochi e il cinema…”
La diffusione del fumetto su tablet (che in futuro potrebbe vedere applicazioni personalizzate per ogni autore) si lega, sul piano “social”, alle esperienze dei fumettisti che pubblicano i propri lavori su un blog (basti pensare a Makkox o ZeroCalcare, premiato quest’anno proprio al “Lucca Comics”) e che stabiliscono così un rapporto del tutto inedito con i propri lettori.
Quanto cambia il modo di approcciarsi al proprio lavoro di fumettista nel momento in cui le nuove tecnologie stabiliscono una interazione diretta con i lettori, impensabile fino a qualche anno fa?
“Secondo me ci sarà sempre di più un’evoluzione della comunicazione fra autore e lettore nei fumetti che, per altro, sono di per sé comunicazione. Parliamo quindi di “comunicazione all’interno di uno strumento di comunicazione”…è evidente che c’è un enorme potenziamento delle dinamiche con cui lettori e autori possono interfacciarsi.
Poi molto dipenderà da come sapranno organizzarsi gli autori: artisti come quelli citati, oltre a far affidamento sul proprio talento, hanno anche avuto la fortuna di trovarsi al posto giusto al momento giusto…
Credo invece che questi meccanismi dovranno diventare elementi professionali, gli autori dovranno capire come costruirsi delle proprie piattaforme inedite e personalizzate con cui interfacciarsi ai lettori.”
Mattia Nesti