Gli intoppi tecnici della chiacchierata tra Musk e Trump su X: problemi di server e dati errati

La recente chiacchierata tra Elon Musk e Donald Trump sulla piattaforma X ha causato non pochi problemi agli utenti, con malfunzionamenti e dati di ascolto imprecisi che hanno suscitato l’attenzione del pubblico. La serata si è trasformata in un’odissea di disservizi, sollevando dubbi sulla veridicità delle affermazioni di Musk riguardo a un presunto attacco informatico. Di seguito viene esaminato cosa è accaduto e come questo evento ha messo in luce vulnerabilità tecniche sulla piattaforma.

Malfunzionamenti della piattaforma Spaces

I problemi iniziali e le aspettative degli utenti

Durante la serata di lunedì, gli utenti di X si sono ritrovati immersi in oltre 54 minuti di musica di attesa, seguiti da un silenzio assordante, mentre tentavano di accedere all’intervista tra Musk e Trump sulla piattaforma Spaces. L’evento, annunciato in grande stile, attirò l’attenzione di centinaia di migliaia di account, molti dei quali si sono lamentati di non riuscire a connettersi.

L’intervista era stata precedentemente pubblicizzata da entrambi i partecipanti, con Trump che, dopo un lungo periodo di assenza dalla piattaforma, aveva iniziato a pubblicare post per promuovere l’evento circa 15 minuti prima del previsto inizio. Tuttavia, nonostante l’attesa, il dialogo tra Musk e Trump è iniziato con oltre 54 minuti di ritardo. Gli utenti su X hanno cominciato a segnalare che non riuscivano nemmeno a entrare nello spazio audio, e quando ci riuscivano, si trovavano di fronte a una schermata che segnalava “Questo spazio non è disponibile”. La frustrazione si è diffusa rapidamente tra gli utenti, che si aspettavano una conversazione rilevante tra due figure pubbliche di primo piano.

Le dichiarazioni di Musk e le smentite interne

Quando finalmente l’intervista ha preso il via, Musk ha attribuito i malfunzionamenti a un attacco DDoS, ma questa affermazione è subito stata messa in discussione. Alcuni dipendenti di X hanno rivelato a fonti giornalistiche che non vi era traccia di un attacco informatico e che il caos era probabilmente dovuto a problemi tecnici interni. Secondo un’analisi effettuata da un’agenzia di stampa, una fonte della compagnia avrebbe confermato che il presunto attacco non era avvenuto; un altro collaboratore ha addirittura affermato che ci fosse “una probabilità del 99 percento che Musk stesse mentendo”. Questo scetticismo sull’interpretazione degli eventi ha aggiunto ulteriore confusione agli utenti scontenti.

Il passato della piattaforma non è esente da problemi simili, come dimostra il malfunzionamento anche della sessione di Spaces con il candidato presidenziale Ron DeSantis, che si era già verificato in precedenza. Questi eventi sollevano interrogativi sulla stabilità complessiva della piattaforma.

Dati di ascolto imprecisi e strategie di comunicazione

I numeri di visualizzazione

Quando la sessione audio è finalmente iniziata, Musk e Trump hanno intrapreso una tipica conversazione politica, toccando vari argomenti ricorrenti nei loro discorsi. Durante l’intervista, Trump ha affermato che i problemi tecnici erano la prova di aver “battuto ogni record” di ascolto, ma questa dichiarazione è stata smentita da evidenze oggettive.

Musk, d’altra parte, ha cavalcato i numeri di visualizzazione sostenendo che il totale combinato di visualizzazioni per la conversazione tra lui e Trump avrebbe raggiunto circa 1 miliardo. Sebbene le visualizzazioni siano state in gran parte frutto delle impressioni sui post, il numero effettivo di spettatori contemporanei era di circa 1.4 milioni. Queste discrepanze nei numeri hanno contribuito a rendere la situazione ancora più complessa.

Riferimenti errati e il ricordo di “Twitter”

Durante il corso della conversazione, Musk ha dimostrato una certa confusione terminologica, riferendosi a X come “Twitter” e utilizzando il termine “tweet” per descrivere i post, un lapsus che non è passato inosservato. La gestione del branding da parte di Musk e delle sue dichiarazioni, senza la coerenza necessaria, ha portato a ulteriori malintesi tra gli utenti.

Nonostante queste disavventure, Trump ha mantenuto attiva la sua presenza sulla piattaforma X con un post che rimandava all’intervista. Tuttavia, ha scelto di non promuovere il dialogo su X, optando piuttosto per la sua piattaforma Truth Social, dove ha indirizzato gli utenti verso registrazioni su YouTube e Rumble, evidenziando un possibile disinteresse nei confronti dell’etichetta di X, una piattaforma che continua a fronteggiare problematiche tecniche e strategiche nel suo tentativo di emergere nel panorama social.

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