Essere Influencer

Con l’avvento del Web sono nate nuove figure professionali finora sconosciute, tra cui quella dell’Influencer. Ma cosa fa di preciso un Influencer e come si fa a diventarlo?
Se si prova a cercare su Wikipedia il significato del lemma “Influencer”, la prima definizione che viene restituita si riferisce a un settore affine ma non del tutto identico a quello del Web. Si parla infatti di Marketing di influenza, ossia:
[…] una forma di marketing basata sull’identificazione delle persone che hanno influenza sui potenziali acquirenti.
Un tempo li si identificava con il termine “testimonial”, principalmente VIP che prestavano (e prestano) il proprio volto per sponsorizzare questo o quel Brand, associando dunque la propria notorietà a quella di un prodotto/servizio e, di conseguenza, influire positivamente i potenziali acquirenti nell’acquisto dello stesso (se lo compra lui/lei, allora è buono). Poco contenuto e molta forma, direste voi. Tutta forma (a caro prezzo) e poco contenuto, aggiungerei io.
Le cose, fortunatamente (ne siamo sicuri?) sono cambiate con l’avvento della Rete che, in qualche modo, ha sottoposto lo Star Testimonial System a un processo di democratizzazione, sottraendo ai VIP il monopolio di “ambasciatori” nell’ambito dell’Influencer Marketing e ampliando il raggio d’azione a persone comuni, concretizzando una sorta di regolamento non scritto per il quale, per essere Web Influencer:
- non bisogna per forza essere famoso (ma lo si può diventare);
- bisogna avere conoscenze o competenze (da tramutare in contenuti Web).
Se cercate su Google o Bing la keyword “influencer”, i risultati restituiti saranno come minimo a 6 cifre, con contributi dai vari blog o siti, che andranno da una definizione del ruolo alla guida pratica su come diventarlo, passando per piattaforme capaci di intercettare i migliori influencer per canale e tematica. Troverete sicuramente realtà italiane come Buzzoole, di cui vi abbiamo parlato già in passato e contributi sul topic da parte dei miglior blogger italiani (uno di questi è Riccardo Scandellari, che oltre al suo sito Skande.com ha scritto qualche mese fa un pezzo davvero interessante sul Come diventare influencer del web, proprio sul blog di Buzzoole).
Personalmente ricevo spesso la domanda: “Come si diventa Blogger o Influencer?” e la risposta, che può variare a seconda delle finalità e del contesto, comprende alcuni principi che ritengo inamovibili se si vuole dare abbrivio a un’esperienza simile, che potrebbe, perché no, diventare una carriera ricca di soddisfazioni.
Scelta del topic
Prima di iniziare a costruire la propria Personal Reputation online è giusto individuare a monte una tematica da trattare. Generalismo vs Verticalità, questo il dissidio interiore che attanaglia chi si avvicina alla pratica, optando spesso per il secondo approccio perché permette un più diretto riconoscimento della competenza su uno specifico argomento.
Mezzo da adottare
Blog o Social Media? Beh, dipende sicuramente da cosa e come lo si vuole comunicare. Il blog rappresenta sicuramente uno strumento di indiscusso valore, che permette una consultazione più agevole (per tassonomie), un controllo e diritto sui contenuti postati e una personalizzazione della veste grafica e dell’architettura delle informazioni da mostrare al lettore. D’altro canto, i social media sono indispensabili a diffondere ulteriormente quanto pubblicato, la cassa di risonanza perfetta, se annessi al blog. Ma anche uno strumento a sé stante, capace di veicolare con precisione tematiche verticali indirizzate a un target specifico che, a seconda della tipologia di network, permettono di approfondire con maggior efficacia topic che hanno necessità di supporto visivo (Food, Travel e Fashion su Instagram o Pinterest oppure Video Tutorial, Recensioni o Interviste su YouTube o Facebook Live e Periscope), di trattare contenuti professionali o di settore (Report, Statistiche, Guide su LinkedIn), di fidelizzare lettori e clienti attraverso community dedicate (gruppi su LinkedIn e Facebook, Community su Google Plus).
Pianificazione e assiduità
Quanti contributi devo produrre? La risposta può variare a seconda del canale che si intende adottare, ma che sia un blog o un social media, l’elemento comune è la costanza con la quale si pubblicano i contenuti che deve essere figlia di una pianificazione editoriale razionale (non servono 10 articoli al giorno sul blog così come potrebbe non bastare un tweet al giorno su Twitter) che punti a fidelizzare il lettore o follower abituandolo a una cadenza prestabilita di pubblicazione.
Reputation, Engagement e Monitoring
Una volta identificati i primi tre punti di questo elenco sintetico, si potrà procedere a verificare il livello di Personal Branding che si sta maturando in Rete, la strategia di Ingaggio del proprio pubblico e il monitoraggio dei risultati ottenuti, su base temporale. Se il segno è positivo, allora siamo sulla strada giusta, se negativo, allora bisognerà rivedere il piano d’azione.
Naturalmente, questo articolo intende essere un “Bignami” del Neo-Influencer e non una guida esaustiva, perché richiederebbe approfondimenti e disquisizioni frutto di ragionamenti che prendano in considerazione obiettivi e aspettative sia del neofita che del suo pubblico nonché dei trend del momento, siano essi tecnologici che topicali.
Una cosa però va precisata. Per parafrasare il manga giapponese più venduto di sempre (“One Piece”, Vo.74 di Eiichirō Oda) per diventare il Re dei Pirati (Influencer) in questo vasto oceano della Rete, bisogna considerare di allearsi o abbattere, in qualche modo, uno dei Quattro Imperatori del Web (o almeno, sfruttare al meglio uno dei servizi da loro concessi).
#BeSocial
Tommaso Lippiello