Il nuovo rapporto dell’Osservatorio statistico sulle pensioni dell’Inps mette in luce una situazione preoccupante per il sistema previdenziale in Sicilia. Con oltre la metà delle pensioni inferiori ai 750 euro mensili, il documento evidenzia le difficoltà economiche della regione e solleva interrogativi sulla sostenibilità futura del welfare.
Dati nazionali sulle pensioni
L’analisi dell’Inps rivela che, a livello nazionale, sono attive quasi 18 milioni di pensioni. Di queste, il 76,1% è di natura previdenziale mentre il restante 23,9% è assistenziale. Gli importi annui totali erogati ammontano a circa 253 miliardi di euro; la maggior parte va alle pensioni previdenziali , con una quota più contenuta destinata alle prestazioni assistenziali .
Le gestioni più significative riguardano i dipendenti privati che rappresentano il 46,4% delle pensioni e assorbono oltre il 61% degli importi complessivi. Il Fondo Pensione Lavoratori Dipendenti da solo copre quasi la metà delle prestazioni erogate. Le categorie dei lavoratori autonomi costituiscono invece circa un quarto del totale delle pensioni.
Dal punto di vista territoriale, le differenze sono marcate: quasi la metà delle pensioni si concentra nel Nord Italia , seguito dal Centro con il 19,3%, mentre Sud e Isole ricevono una quota del 30,9%. Anche gli importi seguono questa distribuzione: al Nord va infatti oltre il 55% della spesa totale per le pensioni.
Un dato significativo emerso dal report è che più della metà dei beneficiari percepisce meno di €750 al mese; tra questi ultimi ben il 43% riceve anche prestazioni integrative legate a redditi bassissimi.
Nel corso del solo anno precedente sono state liquidate oltre un milione e quattrocentotrentamila nuove pensioni; tra queste prevalgono quelle previdenziali , seguite da quelle assistenziali dominate dalle invalidità civili.
Focus sulla situazione in Sicilia
La situazione siciliana presenta caratteristiche peculiari rispetto alla media nazionale. Con un numero elevato di beneficiari rispetto alla popolazione attiva e assegni medi nettamente inferiori rispetto ad altre regioni italiane settentrionali, l’isola mostra segnali evidenti di fragilità economica nel suo sistema previdenziale.
Attualmente ci sono circa un milione e mezzo di pensionati in Sicilia; tra questi ben l’80% riceve prestazioni assistenziali o ha assegni molto bassi. La contribuzione storicamente bassa dei lavoratori siciliani si riflette negli importi medi mensili significativamente sotto la media italiana.
Le statistiche rivelano che nella regione ci sono circa un milione e ottantaduemila pensioni previdenziali contro trecentonovantaduemilacinquecentoventuno assistenziali. Gli importi complessivi annui per le sole pensioni ammontano a quasi ventuno miliardi di euro suddivisi fra quindici miliardi per le prime categorie e tre per le seconde.
Un altro aspetto rilevante riguarda l’incidenza delle diverse tipologie: nelle previdenziali predominano quelle legate alla vecchiaia seguite dalle invalidità previste ed ai superstiti; nelle assistenziali spiccano invece i sussidi per invalidità civile con percentuali superiori all’82%.
Nuove liquidazioni nel corso del 2024
Nel corso del passato anno fiscale sono state liquidate oltre centoventitremila nuove pensioni nell’isola; anche qui emerge una netta prevalenza delle forme previdenziali su quelle assistenziali: rispettivamente cinquantotto contro quarantuno percento sul totale erogato.
Tra queste ultime dominano nuovamente i sussidi legati all’invalidità civile con percentuali superiori all’87%. Questo scenario fa emergere chiaramente come gran parte della popolazione anziana siciliana dipenda fortemente da misure d’assistenza piuttosto che da contributive adeguatamente sostenute dai precedenti periodi lavorativi.
La forte incidenza degli assegni ridotti insieme alla significativa porzione della popolazione anziana sotto soglia minima solleva interrogativi non trascurabili sulla tenuta futura dello stesso sistema sociale ed economico regionale.
Considerazioni generali sul sistema nazionale
Il report generale conferma stabilmente l’alto numero complessivo d’erogazioni ma mette anche in luce come vi sia uno squilibrio crescente fra entrate contributive insufficienti a coprire interamente la spesa pubblica destinata alle pensioni stesse.
Con tassi d’invecchiamento sempre più elevati nella società italiana ed occupazioni giovanili stagnanti si delineano scenari futuri critici specialmente nelle regioni regionalizzate come quella siciliana dove già oggi vi è necessità urgente d’interventi mirati volti ad incentivare occupazioni regolari capaci di riequilibrare rapporto fra lavoratori attivi e pensionati.