Meredith Whittaker, presidente della Signal Technology Foundation, ha recentemente risposto alle affermazioni di Will Cathcart, CEO di WhatsApp, riguardo alle differenze in termini di privacy tra le due app di messaggistica. Secondo Cathcart, i servizi sarebbero simili sotto questo aspetto. Tuttavia, Whittaker ha contestato questa visione sostenendo che la realtà è ben diversa.
La risposta di Meredith Whittaker
Whittaker ha espresso il suo disappunto attraverso un post sui social media in cui critica WhatsApp per aver distorto la verità. Ha sottolineato che nonostante entrambe le applicazioni utilizzino tecnologie di crittografia end-to-end per proteggere i contenuti delle comunicazioni, ci sono sostanziali differenze nella gestione dei dati degli utenti. Mentre Signal si concentra sulla protezione della privacy e raccoglie il minor numero possibile di informazioni personali, WhatsApp raccoglie una vasta gamma di metadati.
Questi metadati includono informazioni come dati sulla localizzazione degli utenti e dettagli sulle loro interazioni all’interno dell’applicazione. Ad esempio, vengono registrate le liste dei contatti e gli orari in cui i messaggi vengono inviati o ricevuti. Queste pratiche sollevano interrogativi su quanto realmente siano private le comunicazioni su WhatsApp rispetto a quelle su Signal.
Cathcart aveva precedentemente dichiarato che WhatsApp non traccia attivamente le comunicazioni degli utenti né condivide informazioni sui contatti con terze parti. Tuttavia, l’argomento rimane controverso poiché molti esperti del settore evidenziano come la raccolta massiccia dei metadati possa comunque compromettere la privacy degli utenti.
L’incidente della chat dell’amministrazione Trump
Negli ultimi giorni l’attenzione su Signal è aumentata anche a causa di un incidente avvenuto durante una chat dell’amministrazione Trump. In questa conversazione riservata è stato aggiunto per errore il giornalista Jeffrey Goldberg della rivista The Atlantic. La chat includeva figure importanti come il vicepresidente JD Vance e il segretario alla Difesa Pete Hegseth ed era dedicata a discussioni relative a piani militari sensibili riguardanti operazioni nello Yemen.
Questo episodio ha messo in luce non solo l’importanza delle misure adottate da Signal per garantire la sicurezza delle comunicazioni ma anche i rischi legati alla gestione errata delle conversazioni riservate anche all’interno delle piattaforme più sicure.
Le differenze nella gestione dei dati
Sia Signal che WhatsApp utilizzano sistemi avanzati di crittografia end-to-end; ciò significa che solo mittente e destinatario possono accedere al contenuto dei messaggi scambiati attraverso queste piattaforme. Tuttavia, mentre gli sviluppatori dell’applicazione Signal non hanno accesso ai contenuti delle comunicazioni grazie al loro approccio focalizzato sulla privacy, WhatsApp adotta pratiche diverse nella raccolta dei dati utente.
WhatsApp registra quantità significative di metadati relativi agli utenti: queste informazioni possono includere dettagli sul dispositivo utilizzato dagli iscritti all’applicazione e sull’interazione con essa nel tempo. Tali dati potrebbero essere sfruttati per analizzare comportamenti o modelli d’uso da parte degli utenti stessi.
La missione dichiarata dalla Signal Foundation è quella “di salvaguardare la libertà d’espressione offrendo un servizio sicuro”. Nonostante questo impegno verso una maggiore sicurezza informatica e protezione della privacy personale degli utenti sia evidente nel design stesso dell’applicativo Signal, ci sono stati recenti tentativi volti a compromettere gli account Signal; questi attacchi seguono episodi simili già osservabili nei servizi concorrenti come WhatsApp o Telegram colpiti da gruppi filorussi negli ultimi anni.