Quella che si profila è una settimana determinante per il caso Paragon, un’inchiesta di rilevanza internazionale che ha catturato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica. Secondo fonti vicine a Mediterranea, l’organizzazione non governativa coinvolta, il report tanto atteso da Citizen Lab sulle presunte attività di sorveglianza verrà divulgato a breve. Il dossier esaminerà le intercettazioni che interessano alcune utenze dell’ong e di vari attivisti europei, rendendo questa questione ancora più complessa e delicata.
Il contesto di Mediterranea e Citizen Lab
Mediterranea è un’organizzazione nota per il suo impegno a favore dei diritti umani e della salvaguardia dei migranti nel Mediterraneo. La situazione è aggravata dalla notizia che il laboratorio di ricerca Citizen Lab ha individuato attività di spionaggio su almeno quattro utenze associate all’ong. Questo si inquadra in un contesto più ampio di monitoraggio degli attivisti, con quasi cento soggetti sotto la lente di ingrandimento in tutta Europa. Il report, previsto per martedì, coincide con un’importante audizione al Copasir, il comitato parlamentare per la sicurezza nazionale, dove i rappresentanti di Meta, l’azienda madre di Facebook e Instagram, verranno interpellati riguardo l’uso del software Graphite.
Le utenze intercettate e il ruolo del governo
L’interesse del governo su questa questione è stato confermato, e sono sette le utenze italiane in questa situazione di intercettazione, inclusi attivisti di rilievo come Luca Casarini e Beppe Caccia. L’informazione è stata resa pubblica nelle fasi iniziali del caso, ma i dettagli su due delle utenze rimangono sconosciuti. Palazzo Chigi ha affermato di aver operato all’interno dei limiti previsti dalla legge, rifacendosi al lavoro della commissione di sicurezza nazionale per eventuali approfondimenti. Questo ha portato a una serie di audizioni da parte di autorità che si occupano di sicurezza, tra cui i direttori di Aise, Aisi e Dis, coinvolti nell’analisi e nell’autorizzazione delle intercettazioni preventive.
Meta e il software Graphite
Martedì sarà un giorno cruciale anche per Meta, che ha sviluppato Graphite, il software sospettato di essere stato utilizzato per accedere ai dispositivi delle vittime. Secondo le prime informazioni, un messaggio inviato tramite una delle app di messaggistica istantanea potrebbe aver fornito l’accesso necessario. Meta ha allertato i proprietari delle utenze compromesse, invitandoli a contattare Citizen Lab, per ricevere assistenza. Quest’ultimo ha intrapreso azioni per bonificare i dispositivi coinvolti e analizzare il problema, promettendo di inviare un report a chi ne ha fatto richiesta già all’inizio della settimana.
Le indagini delle procure italiane
Le cinque procure italiane di Roma, Palermo, Napoli, Bologna e Venezia stanno seguendo da vicino l’evolversi della situazione. Ogni procura ha intrapreso indagini parallele per chiarire la portata del caso, che rappresenta un punto nodale nella discussione sulla privacy e sul monitoraggio degli attivisti. Il lavoro di Citizen Lab contribuirà a fare luce sulle modalità di queste intercettazioni e sul potenziale abuso di strumenti tecnologici da parte delle autorità.
Nei prossimi giorni, il paese attende con interesse gli sviluppi di questo caso, che tocca temi sensibili ed attuali come la protezione dei diritti individuali e la sicurezza informatica, in un contesto sociale sempre più in fermento.