Scoperta la sorgente di luce più distante: Pso J030947+27 risale a 13 miliardi di anni fa

Scoperto il blazar più lontano, Pso J030947+27, che emette luce da un’epoca in cui l’universo aveva meno di un miliardo di anni, rivelando nuovi dettagli sulla formazione dei buchi neri massicci.
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Pso J030947+27 è il blazar più lontano mai osservato, emettendo luce quando l’universo aveva meno di un miliardo di anni. Questa straordinaria scoperta è stata realizzata da un team di ricercatori dell’Università dell’Insubria, guidato dalla dottoressa Silvia Belladitta. Le osservazioni condotte con il telescopio Xrt del satellite Swift hanno rivelato che questa sorgente è la più luminosa mai registrata.

La scoperta e le sue implicazioni

Il blazar Pso J030947+27 si trova a circa 13 miliardi di anni luce dalla Terra, il che significa che la sua luce ha impiegato quasi l’intera vita dell’universo per raggiungerci. Gli scienziati hanno potuto analizzare questa fonte luminosa grazie alle avanzate tecnologie dei telescopi spaziali. L’importanza della scoperta risiede nel fatto che essa fornisce nuove informazioni sulla formazione e sull’evoluzione dei buchi neri massicci nei primissimi stadi della storia cosmica.

La ricerca ha messo in evidenza come già nel primo miliardo di anni dall’inizio dell’universo esistessero buchi neri con masse enormi, pari a circa un miliardo di volte quella del Sole. Questo suggerisce che i processi formativi delle galassie e dei loro nuclei attivi erano già in atto molto tempo prima rispetto a quanto si pensasse fino ad ora.

Cosa sono i blazar?

I blazar sono una particolare classe di nuclei attivi galattici caratterizzati da emissioni elettromagnetiche intense nelle bande radio, X e gamma. Queste sorgenti non stellari emettono energia proveniente da oggetti diversi dai normali componenti delle galassie. I blazar si trovano all’interno del nucleo delle galassie attive, dove risiede un buco nero supermassiccio.

Questi oggetti celesti sono noti per i loro getti relativistici altamente energetici, prodotti dal materiale che viene attratto verso il buco nero attraverso un disco di accrescimento composto da gas e plasma ionizzato. Ciò che rende i blazar così particolari è la direzione in cui uno dei getti viene emesso: se questo getto punta verso la Terra, appare molto più luminoso rispetto ai quasars tradizionali.

Il ruolo del buco nero

Il buco nero al centro del blazar Pso J030947+27 gioca un ruolo cruciale nella generazione della sua intensa luminosità. Circondato da un disco rotante ad alta velocità, questo buco nero riesce ad attirare enormi quantità di materia dall’ambiente circostante. Quando questa materia cade nel buco nero, genera calore ed energia sotto forma di radiazioni elettromagnetiche.

Le osservazioni recenti hanno confermato non solo l’esistenza ma anche le dimensioni impressionanti del buco nero associato a Pso J030947+27; esso presenta una massa equivalente a circa un miliardo di soli terrestri. Questa informazione contribuisce alla comprensione generale della formazione dei buchi neri massicci nell’universo primordiale e offre spunti interessanti per future ricerche astronomiche.

La scoperta rappresenta quindi non solo una pietra miliare nella nostra conoscenza degli oggetti celesti lontani ma anche una nuova finestra sulle condizioni esistenti nell’universo giovane poco dopo il Big Bang.