Una nuova ricerca condotta presso l’Università di Sharjah ha rivelato sorprendenti analogie tra il modello cosmologico di Niccolò Copernico e quello dell’astronomo arabo Ibn al-Shatir, vissuto quasi due secoli prima. Questo studio analizza le opere dei due scienziati, evidenziando come le loro teorie, formulate in epoche così distanti, presentino significative convergenze.
Le basi del modello eliocentrico
Niccolò Copernico, astronomo polacco del XVI secolo, è noto per aver proposto il primo modello eliocentrico del sistema solare. Questa teoria colloca il Sole al centro dell’universo, contrariamente alla visione geocentrica predominante che vedeva la Terra come fulcro delle orbite planetarie. Salama Al-Mansouri, autrice della ricerca all’Università di Sharjah, sottolinea che Ibn al-Shatir fu pionieristico nel contestare il sistema tolemaico circa due secoli prima di Copernico. L’astronomo arabo non solo mise in discussione le idee consolidate da Aristotele e Tolomeo ma apportò anche correzioni significative alle teorie esistenti.
Ibn al-Shatir era un ingegnere e matematico attivo nel XIV secolo a Damasco ed è noto per i suoi contributi all’astronomia attraverso opere come “Nihāyat al-Sul“. La ricerca mette in luce come i manoscritti astronomici di Ibn al-Shatir mostrino modelli planetari che anticipano quelli sviluppati successivamente da Copernico. Mesut Idriz, professore all’Università di Sharjah e supervisore dello studio, afferma che vi sono forti indicazioni sulla derivazione matematica comune tra i due pensatori.
Analisi dei manoscritti storici
Il trattato “Nihayat al-sul fi tashih al-usul” è considerato uno dei lavori più influenti di Ibn al-Shatir. In questo testo l’astronomo arabo corregge molte delle imprecisioni presenti nei modelli tolemaici riguardanti la posizione del Sole e degli altri pianeti. L’approccio multidisciplinare richiesto per analizzare questi manoscritti storici implica competenze in vari campi: dall’astronomia alla paleografia fino alla storiografia.
Salama Al-Mansouri ha collaborato con la Sharjah Academy for Astronomy per affrontare questa complessità analitica. La sua indagine testuale si concentra sull’opera principale di Copernico “De revolutionibus orbium coelestium” confrontandola con gli scritti precedenti dell’astronomo arabo. I risultati hanno rivelato correlazioni interessanti tra i due lavori; ciò suggerisce un’importanza cruciale della traduzione e trasmissione dei testi scientifici nell’evoluzione della teoria eliocentrica.
Riflessioni sulla trasmissione della conoscenza
Mashhoor Al-Wardat, professore presso la SAASST , evidenzia quanto sia significativa la somiglianza tra i modelli planetari proposti da entrambi gli astronomi. In particolare si fa riferimento ai calcoli relativi a Mercurio e alla Luna; queste similitudini pongono interrogativi sul passaggio delle conoscenze dalla civiltà islamica all’Europa durante il periodo rinascimentale.
Salama ha esplorato archivi europei a Cracovia e in Vaticano dove sono conservati documenti legati a Copernico; qui ha trovato tracce delle opere arabe originali scritte da Ibn al-Shatir. Nonostante fossero disponibili solo nella loro versione araba originale durante il tempo di Copernico – studioso acuto – non potevano sfuggire alla sua attenzione secondo l’autrice dello studio.
Parallelismi nei modelli lunari
Lo studio approfondisce ulteriormente alcuni aspetti specifici dove si nota una chiara influenza reciproca fra le teorie degli astronomi: ad esempio nel modello lunare sviluppato da Ibn al-Shatir tramite epicicli correttivi rispetto ai calcoli errati presentati da Tolomeo. Entrambi gli studiosi hanno ridotto notevolmente le fluttuazioni nelle distanze lunari rispetto ai dati forniti dal geocentrismo classico.
Per quanto riguarda Mercurio ed altri pianeti interni, l’approccio usato da Copernico ricorda quello adottato precedentemente da Ibn al-Shatir attraverso tecniche simili agli epicicli secondari utilizzate per spiegare movimenti complessi senza ricorrere agli eccentriche tolemaici tradizionali.
Un debito intellettuale riconosciuto
La ricerca conclude affermando che nonostante ci siano oltre duecento anni fra le pubblicazioni dei due scienziati arabofoni ed europee esiste una connessione intellettuale evidente nelle loro opere scientifiche relative ai sistemi cosmologici proposti. Salama Al-Mansouri dichiara chiaramente che “il debito” attribuibile a Copernico verso Ibn al-Shatir è indiscutibile poiché anche se quest’ultimo operava su principi geocentriche produceva risultati compatibili con l’eliocentrismo copernicano.
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