FDA valuta l’approvazione dei vaccini COVID-19 per affrontare l’intensa ondata estiva di infezioni

Un’importante discussione è in corso riguardo all’approvazione dei nuovi vaccini COVID-19 da parte della Food and Drug Administration in risposta a un significativo aumento di casi durante l’estate. Secondo un report di CNN, si prevede che l’agenzia possa dare il via libera a questi vaccini mirati per la stagione 2023-2024 già questa settimana. Questo scenario si è sviluppato mentre il paese affronta una ondata estiva di SARS-CoV-2, che ha raggiunto livelli preoccupanti.

L’andamento attuale del COVID-19 negli Stati Uniti

Picchi estivi e livelli preoccupanti

Attualmente, i dati sulla rilevazione del SARS-CoV-2 nelle acque reflue indicano la presenza di “livelli molto alti” di virus in 32 stati e nel Distretto di Columbia. Inoltre, 11 stati presentano “alti” livelli, segnalando una tendenza preoccupante. Le aree meridionali e occidentali degli Stati Uniti riportano tassi di SARS-CoV-2 nelle acque reflue che si avvicinano a quelli delle ondate invernali del 2022–2023 e 2023–2024, che avevano raggiunto il picco alla fine di dicembre.

Lo scenario è complesso, dato che anche il tasso di positività ai test, nonostante una diminuzione generale dei test, ha mostrato percentuali del 18,1% a metà agosto. Tale percentuale non si registra dal picco dell’ondata omicron di gennaio 2022, che aveva raggiunto il 30,5% con un volume di test significativo.

Protezione accumulata e metriche chiave

Nonostante l’aumento dei contagi, esistono segnali positivi. Grazie alla diffusione di vaccini e contagi precedenti, le metriche più allarmanti—visitatori ai reparti di emergenza e decessi—non hanno mostrato un aumento significativo. La percentuale di accessi al pronto soccorso per diagnosi COVID-19 rimane bassa e simile a quella dell’estate scorsa, e i decessi, sebbene siano ancora conteggi provvisori, risultano contenuti.

La FDA ha adottato una strategia per offrire vaccini COVID-19 annuali in preparazione alle ondate invernali, piuttosto che estive. Questa scelta è stata motivata dalla necessità di incentivare la popolazione a ricevere i vaccini per l’influenza e il COVID-19 tra settembre e novembre, prima che le malattie respiratorie stagionali colpiscano più numerose. Un aumento delle vaccinazioni in questo periodo può contribuire a contenere gravi episodi respiratori quando i sistemi sanitari sono più vulnerabili.

La questione della stagionalità del COVID-19

Stagioni inaspettate

Sebbene molte malattie respiratorie, come l’influenza, mostrino un aumento stagionale quasi esclusivo in inverno, la stagionalità del COVID-19 non è così prevedibile. Le ondate estive si sono dimostrate costanti quanto quelle invernali, complicando il rilascio dei vaccini.

Esperti come Michael Osterholm, direttore del Center for Infectious Disease Research and Policy all’Università del Minnesota, suggeriscono di considerare un vaccino COVID-19 per affrontare queste ondate estive. Tuttavia, i vaccini attualmente disponibili sono mirati a ceppi che non circolano più nel paese e potrebbero non offrire una protezione adeguata contro le varianti attuali, come JN.1 e KP.2.

Tempistiche e vaccini futuri

Anche se la FDA dovesse approvare un vaccino mirato a KP.2 e renderlo disponibile a breve, il tempo necessario per ottenere una protezione completa richiede due settimane. Questo significa che i benefici del vaccino potrebbero avvenire quando l’ondata estiva è già in fase di declino, come sembra accadere attualmente in alcune regioni.

Inoltre, esiste la questione della tempistica per massimizzare la protezione contro la probabile ondata invernale. Le linee guida dei Centers for Disease Control and Prevention suggeriscono un singolo colpo annuale per le persone sane di età pari o superiore ai cinque anni. Questa vaccinazione offre la massima protezione per circa quattro mesi. Se un individuo riceve il vaccino all’inizio di settembre, potrebbe trovarsi con una protezione ridotta se il COVID-19 dovesse ripresentarsi con intensità a fine anno, come osservato negli ultimi due anni.

Raccomandazioni per vaccinazioni

Secondo le recenti indicazioni, le persone di età pari o superiore ai 65 anni possono ricevere un secondo richiamo del vaccino COVID-19 quattro mesi dopo il primo. Anche le persone con un sistema immunitario moderatamente o gravemente compromesso possono ricevere dosi aggiuntive del vaccino aggiornato. Le raccomandazioni sottolineano l’importanza della vaccinazione continua e dell’aggiornamento della protezione per affrontare al meglio le sfide che il COVID-19 presenta continuamente nel tempo.

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