I Campi Flegrei, tradotti letteralmente come “campi ardenti”, non sono un singolo vulcano ma una vasta area vulcanica attiva situata ad ovest di Napoli. Quest’area include i comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto, Giugliano in Campania e parte della città di Napoli. La sua storia è segnata da più di 80.000 anni di attività vulcanica e si estende su una zona depressa conosciuta come caldera. La formazione della caldera è il risultato di collassi ripetuti dovuti a due grandi eruzioni: l’Ignimbrite Campana (40.000 anni fa) e il Tufo Giallo Napoletano (15.000 anni fa). Un fenomeno chiave da ricordare in quest’area è il bradisismo, un lento e periodico abbassamento o innalzamento del livello del suolo, spesso accompagnato da attività sismica.
Recentemente, la zona dei Campi Flegrei è stata al centro dell’attenzione a causa di un incremento della sismicità, che ha evocato timori di possibili scenari catastrofici tra i residenti. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), con il presidente Carlo Doglioni alla guida, monitora la situazione da vicino, notando somiglianze con gli eventi sismici intensi degli anni Ottanta. Benché non ci siano indicazioni immediate di un’eruzione imminente, l’aumento dell’attività sismica è un chiaro segnale di cambiamenti nel sottosuolo, principalmente attribuibili al bradisismo.
Il dibattito su un aggiornamento del Piano di Evacuazione dei Campi Flegrei è più vivo che mai. Questo piano divide l’area in due principali zone di rischio: la zona rossa, che copre completamente i comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, e Quarto, oltre a porzioni di Giugliano in Campania e di Napoli, e la zona gialla, che include Villaricca, Calvizzano, Marano di Napoli, Mugnano di Napoli, Melito di Napoli e Casavatore, oltre a 24 quartieri di Napoli.
Il piano prevede due fasi in caso di necessità: il Preallarme e l’Allarme. Durante il Preallarme, gli abitanti possono iniziare a lasciare l’area volontariamente, con un sostegno economico statale. L’Allarme implica un’evacuazione obbligatoria entro 72 ore, con le prime 12 ore dedicate ai preparativi, seguite da 48 ore per l’inizio dell’evacuazione e 12 ore di margine di sicurezza. Chi richiede assistenza sarà trasferito secondo un piano di gemellaggio con altre regioni italiane, mentre chi opta per l’auto-evacuazione dovrà seguire itinerari specifici stabiliti dal piano.
In conclusione, mentre gli occhi degli esperti e dei cittadini restano puntati sui Campi Flegrei, la comunità locale e le autorità continuano a lavorare insieme per garantire la sicurezza e la prontezza in caso di una nuova crisi vulcanica.
This post was last modified on 14 Aprile 2024 21:13