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L’emergere delle intelligenze artificiali nel campo della salute ha suscitato un grande interesse, ma recenti ricerche suggeriscono che strumenti come ChatGPT, nonostante le loro capacità, non possono ancora sostituire un professionista sanitario. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista PLOS ONE ha messo in luce le limitazioni di questa tecnologia, evidenziando che la capacità di ChatGPT di fornire diagnosi corrette è ben lungi dall’essere ottimale.
Nel mondo della diagnostica clinica, la precisione è fondamentale. Gli scienziati dello studio hanno cercato di testare come ChatGPT 3.5 affrontasse casi complicati. Hanno fornito al chatbot 150 scenari clinici progettati per mettere alla prova le competenze diagnostiche, presentando una storia clinica dettagliata, risultati di esami fisici e informazioni su esami di laboratorio. L’obbiettivo era determinare se l’AI fosse capace di formulare diagnosi corrette o proporre piani di trattamento adeguati. Purtroppo, i risultati sono stati sconfortanti: ChatGPT ha fornito risposte corrette solo nel 49% dei casi.
Un’analisi più approfondita ha rivelato che, sebbene l’AI fosse in grado di scartare alcune risposte errate, questo non è sufficiente per stabilire una diagnosi accurata in un contesto clinico. I ricercatori hanno sottolineato che “la precisione e la sensibilità sono cruciali”, poiché eventuali diagnosi errate possono portare a gravi conseguenze per i pazienti, quali mancati trattamenti o test diagnostici non effettuati. Nonostante il vasto database di dati medici a cui ChatGPT ha accesso, la sua prestazione globale è stata definita “mediocre” e con una “capacità discriminativa moderata” tra diagnosi corrette e sbagliate.
Nel febbraio 2023, ChatGPT aveva dimostrato di riuscire a superare solo marginalmente l’United States Medical Licensing Exam , un esame cruciale per determinare l’idoneità dei medici negli Stati Uniti. Questo risultato, anche se considerato un “traguardo notevole” per l’intelligenza artificiale, ha messo comunque in evidenza le limitazioni di ChatGPT nel gestire casi clinici complessi. I ricercatori dello studio attuale hanno fatto notare che, mentre il superamento dell’esame evidenziava la capacità di affrontare domande mediche concise, “la qualità delle sue risposte a casi clinici complessi rimane incerta”.
Il potenziale di ChatGPT, però, non è del tutto da scartare. Secondo i ricercatori, il chatbot potrebbe ancora avere applicazioni significative nell’ambito dell’istruzione medica. In combinazione con metodi didattici tradizionali, ChatGPT potrebbe aiutare gli studenti a colmare le lacune di conoscenza, semplificando concetti complessi e fornendo risposte tempestive e personalizzate a domande cliniche. Questo potrebbe essere particolarmente utile per i futuri medici nel costruire una solida base di conoscenze.
Sorprendentemente, un’altra area in cui ChatGPT sembra eccellere è la capacità di comunicare empatia. Uno studio condotto ad aprile 2023 ha rivelato che il chatbot era in grado di scrivere email più empatiche ai pazienti rispetto a quelle redatte da medici in carne e ossa. Questo suggerisce che, anche se l’intelligenza artificiale non può sostituire le competenze cliniche, può offrire un supporto significativo nelle interazioni con i pazienti, migliorando così l’esperienza complessiva.
Con le attuali limitazioni di ChatGPT come strumento diagnostico, è evidente che la strada per una sua integrazione nell’assistenza sanitaria è ancora lunga, ma le possibilità di utilizzo in ambito educativo e nella comunicazione con i pazienti rimangono territori promettenti da esplorare.