Con una serie di ordini esecutivi emanati dalle autorità, l’amministrazione di Donald Trump ha costretto le principali agenzie scientifiche degli Stati Uniti a modificare radicalmente le loro operazioni. A partire dal 2020, i ricercatori sono stati obbligati a sospendere nuovi finanziamenti, rivedere quelli già approvati e ritirare articoli scientifici in fase di pubblicazione. Inoltre, sono stati costretti a rimuovere termini considerati “non graditi” dalla narrativa politica attuale, cancellare pagine web e limitare l’accesso a database pubblici riguardanti la salute.
La censura sulla scienza
Dopo il ritiro degli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dagli Accordi di Parigi, l’amministrazione Trump ha intrapreso una strategia di censura mirata. In particolare, il presidente ha deciso di attaccare ogni iniziativa volta a rendere la scienza più inclusiva, specialmente in relazione a questioni di genere e disabilità. Gli scienziati che ricevono finanziamenti federali sono stati costretti a rimuovere termini che richiamano a ciò che alcuni membri del Partito Repubblicano definiscono “ideologia di genere”. Questa strategia ha generato preoccupazioni significative riguardo alla libertà di ricerca e all’integrità scientifica.
Diritti cancellati
Per conformarsi alla volontà presidenziale di riconoscere unicamente i sessi maschile e femminile, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) hanno emesso direttive per il ritiro di tutte le pubblicazioni scientifiche in fase di revisione o già approvate. Questo processo ha come obiettivo la rimozione di termini che alludono alla diversità di genere. Secondo fonti come MedPageToday e InsideMedicine, i termini considerati “proibiti” includono parole come «genere», «transgender», «persona incinta», «LGBT» e altri. Questa censura non solo limita la libertà di espressione, ma mette anche a rischio la validità di numerosi studi scientifici.
Le conseguenze della censura
L’azione di censura ha suscitato forti critiche all’interno della comunità scientifica. Secondo un articolo pubblicato su Nature, l’eliminazione di termini che forniscono un contesto sociale e culturale ai dati esaminati rischia di compromettere la qualità delle ricerche condotte dai CDC. La rimozione di termini cruciali per la comprensione delle dinamiche di salute pubblica potrebbe portare a studi incompleti e a problematiche etiche significative. Questa situazione è particolarmente preoccupante per ricerche riguardanti malattie infettive come l’HIV e altre patologie a trasmissione sessuale.
Un ordine controverso
Thomas Babor, professore emerito di salute pubblica alla UConn Health di Farmington, Connecticut, ha commentato l’ordine dei CDC affermando che le direttive sono così radicali da rendere le pubblicazioni scientifiche incoerenti con le linee guida internazionali. Le riviste scientifiche, che seguono politiche chiare sull’uso del linguaggio di genere, potrebbero non accettare articoli che non rispettano i loro standard. Il British Medical Journal ha pubblicato un editoriale il 4 febbraio, invitando gli editori a resistere a queste imposizioni e a mantenere l’integrità professionale.
Questioni legali e oscurantismo scientifico
Molti esperti hanno sollevato interrogativi sulla legalità di questi ordini esecutivi, che sembrano violare il Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, il quale garantisce la libertà di parola. Inoltre, una legge del Congresso richiede la promozione di una ricerca scientifica equa, norma che era stata seguita fino all’insediamento di Trump. Gli scienziati si trovano ora a dover disobbedire a leggi che avevano guidato il loro lavoro fino a poco tempo fa.
Un nuovo volto della scienza
La censura non si limita ai CDC. Anche la National Science Foundation (NSF) ha iniziato a rivedere i finanziamenti per la ricerca, cercando di conformarsi agli ordini esecutivi. Le direttive stabiliscono che tutti i beneficiari della NSF devono rispettare questi ordini, interrompendo attività che non siano in linea con le nuove norme. Le conseguenze di questa situazione potrebbero essere devastanti per la credibilità scientifica delle istituzioni di ricerca statunitensi e potrebbero spingere i talenti migliori a lasciare il Paese.
La NASA, nel frattempo, ha rimosso dal proprio sito le informazioni relative alle politiche di accoglienza per i dipendenti con disabilità, rendendo la situazione ancora più preoccupante per il futuro della scienza negli Stati Uniti.