Rossella Moretti: la lotta contro la neuropatia delle piccole fibre e le difficoltà burocratiche

Rossella Moretti, ex modella, combatte la neuropatia delle piccole fibre che le ha tolto autonomia e carriera, mentre affronta sfide burocratiche con l’Inps per il riconoscimento della sua malattia.
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Rossella Moretti, ex modella di alta moda di 40 anni, sta affrontando una battaglia quotidiana contro la neuropatia delle piccole fibre, una patologia rara che l’ha costretta a rinunciare alla sua carriera e alla sua autonomia. Da quattro anni vive con dolori costanti e un’inefficienza del sistema nervoso che ha reso impossibile il suo ritorno al lavoro. Nonostante le sue sofferenze siano reali e devastanti, l’Inps non riconosce ufficialmente questa malattia a causa di un sistema burocratico obsoleto.

La neuropatia delle piccole fibre: sintomi e impatti sulla vita quotidiana

La neuropatia delle piccole fibre colpisce il sistema nervoso periferico, compromettendo le fibre più sottili responsabili della sensibilità al dolore e della regolazione autonoma. Rossella descrive i suoi sintomi in modo vivido: “Mi sveglio con le gambe di legno”, afferma. Ogni giorno è caratterizzato da febbre apparente, dolori lancinanti e debolezza cronica che rendono difficile anche solo alzarsi dal letto.

I farmaci prescritti per alleviare i suoi sintomi sembrano avere effetti limitati; piuttosto che curare, spesso causano sonnolenza o scatti involontari del corpo. Rossella utilizza cerotti oppiacei insieme a farmaci antiepilettici e antidepressivi nella speranza di trovare un po’ di sollievo. Nonostante sia in cura presso il Besta di Milano — uno dei pochi centri italiani specializzati nella diagnosi e nel trattamento della neuropatia — la sua condizione rimane critica.

L’impatto della malattia va oltre il dolore fisico; ha stravolto completamente la vita professionale ed emotiva di Rossella. La perdita dell’autonomia lavorativa ha generato frustrazione profonda in lei, rendendo difficile anche svolgere attività quotidiane semplici.

Le sfide burocratiche con l’Inps

Il 26 aprile prossimo, Rossella si presenterà davanti alla commissione dell’Inps per cercare riconoscimento per la sua condizione medica. Tuttavia, esprime preoccupazione riguardo all’esito dell’incontro: “L’istituto è fermo al 1992”, denuncia con rassegnazione. La neuropatia è stata definita solo sei anni dopo quella data ed essendo assente dai tabellari attuali non viene considerata valida ai fini del riconoscimento dei diritti assistenziali.

Questa situazione evidenzia come molte persone affette da patologie rare si trovino intrappolate tra burocrazia inefficiente e mancanza di supporto adeguato da parte degli enti competenti. Le parole di Rossella riflettono una realtà complessa dove chi soffre deve combattere non solo contro il dolore fisico ma anche contro un sistema che sembra ignorare le loro esigenze.

Il sostegno familiare come ancora di salvezza

Nonostante tutte queste difficoltà, Rossella trova forza nel sostegno del marito che gioca un ruolo cruciale nella sua vita attuale: “Se non fosse per lui non so come avrei fatto”. Questo legame rappresenta una fonte importante per affrontare ogni giorno le sfide poste dalla malattia.

La coppia vive in Piemonte dove purtroppo molti pazienti si sentono abbandonati dalle istituzioni sanitarie locali; questo scenario rende ancora più evidente quanto sia fondamentale avere accanto persone pronte ad offrire supporto emotivo nei momenti più critici.

Comprendere meglio altre condizioni neurologiche

Un’altra condizione neurologica spesso confusa o sottovalutata è la sindrome delle gambe senza riposo , caratterizzata dalla necessità irrefrenabile di muovere gli arti inferiori durante periodi prolungati d’immobilità. Colpisce tra il 5% e il 15% della popolazione adulta ed è frequentemente associata a predisposizioni genetiche familiari o condizioni secondarie legate ad altre patologie.

Il neurologo Pietro Bassi spiega che questa sindrome può manifestarsi attraverso vari gradi d’intensità ed è collegata a bassi livelli del neurotrasmettitore dopamina nel cervello. Riconoscerne i segnali precocemente può aiutare nell’individuazione dei trattamenti più efficaci disponibili oggi sul mercato sanitario italiano.