Reggio Emilia: La mostra 'Acacia' di Marco Maria Zanin esplora arte e memoria al Palazzo dei Musei - Socialmedialife.it
Palazzo dei Musei di Reggio Emilia è teatro fino al 27 luglio della mostra ‘Acacia’, con opere dell’artista Marco Maria Zanin. L’evento unisce arte contemporanea, archeologia e antropologia, presentando una riflessione profonda sul tema della memoria personale. Questo progetto, realizzato in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia-Musei Civici, è parte del Piano per l’Arte Contemporanea del Ministero della Cultura e si propone di creare un dialogo tra diverse epoche tramite la fusione di pratica artistica e artigianalità.
L’idea alla base della mostra è fortemente connessa alla vita dell’artista. Marco Maria Zanin ha condiviso un’esperienza di grande impatto: la perdita della sorella gemella, da lui chiamata affettuosamente Acacia, che è venuta a mancare prima della nascita. Questo legame personale fornisce il fulcro attorno al quale ruota l’intera esposizione. Zanin utilizza diversi linguaggi espressivi, tra cui scultura, fotografia, ceramica, bronzo, vetro e tessitura, per creare un corredo funebre contemporaneo che invita i visitatori a riflettere sulla relazione tra vita, morte e memoria.
L’opera di Zanin non si limita a esprimere il suo lutto, ma si estende anche al concetto di passaggio e trasformazione. Le sue creazioni offrono una nuova interpretazione della memoria, in cui le emozioni e il dolore vengono trasformati in materiali tangibili. Le opere non sono solo oggetti esposti, ma diventano veicoli attraverso cui il pubblico può navigare il complesso panorama delle esperienze umane legate al lutto e alla perdita, creando nuove possibilità di connessione con il passato e il futuro.
Un elemento distintivo della mostra ‘Acacia’ è la stretta collaborazione di Zanin con artigiani locali, selezionati insieme alla Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte. Questa istituzione no-profit è dedicata alla salvaguardia dell’artigianato artistico e ha partecipato attivamente alla realizzazione dei pezzi esposti. Tale sinergia non solo arricchisce il valore estetico delle opere, ma evidenzia anche l’importanza dell’artigianato nel contesto culturale contemporaneo.
Il coinvolgimento di esperti artigiani ha permesso a Zanin di esplorare tecniche e materiali tradizionali, conferendo alla mostra un’aria di autenticità e preziosità. Le opere esprimono non solo il talento dell’artista, ma anche la cura e la passione degli artigiani che vi hanno contribuito. La mostra, quindi, si configura come un lavoro collettivo che celebra non solo la creatività individuale ma anche la ricchezza delle tradizioni artigianali, promuovendo un modello sostenibile di produzione artistica.
La mostra ‘Acacia’ si conclude con una componente fotografica che offre un ulteriore strato di significato al discorso espositivo. Attraverso una narrazione visiva, Zanin esplora il ciclo della vita e della perdita, combinando ricerca scientifica, documentazione antropologica e un immaginario poetico. Le fotografie non solo arricchiscono il linguaggio della mostra, ma fungono anche da riflessione sulle esperienze umane universali, invitando i visitatori a confrontarsi con le proprie esperienze di vita.
Attraverso questo intreccio di elementi, ‘Acacia’ riesce a costruire un’esperienza immersiva che va oltre il semplice atto di osservare l’arte. Invita a una meditazione profonda su quanto sia complesso il rapporto con la memoria e il legame con i defunti. La mostra quindi appare non solo come un tributo alla sorella perduta di Zanin, ma come una celebrazione della vita nel suo insieme, conformando un’idea di arte matura e riflessiva, carica di significato ed emozione.
Palazzo dei Musei di Reggio Emilia, con ‘Acacia’, si afferma come un’importante piattaforma per la creatività contemporanea e la riflessione culturale, invitando ogni visitatore a interiorizzare il messaggio della memoria e della trasformazione.