Rapina in villa a Martinsicuro: sequestrati un armatore e la sua famiglia

Un commando di cinque rapinatori ha sequestrato la famiglia Crescenzi a Martinsicuro, portando via oggetti di valore per 200mila euro. Fortunatamente, nessuno è rimasto ferito durante l’incursione.
Rapina in villa a Martinsicuro: sequestrati un armatore e la sua famiglia - Socialmedialife.it

Un grave episodio di violenza si è verificato sabato sera a Martinsicuro, dove un commando di cinque rapinatori ha fatto irruzione in una villa isolata. L’armatore Federico Crescenzi, noto per la sua attività con Italfish, insieme alla moglie, ai due figli adolescenti e a due amici dei ragazzi, è stato sequestrato e minacciato. Il bottino della rapina ammonta a circa 200mila euro, inclusi oggetti di valore e tre pistole legalmente detenute dalla vittima. Fortunatamente, non ci sono stati feriti tra le persone coinvolte.

L’incursione nella villa

Secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, i malviventi hanno agito con grande determinazione. Armati e con il volto coperto, hanno fatto irruzione nella proprietà dell’imprenditore marittimo che gestisce una flotta di pesca d’altura attiva nell’Oceano Atlantico con base al porto di Dakar in Senegal. Nonostante la presenza di almeno cinque cani da guardia all’interno della villa, i rapinatori sono riusciti ad entrare forzando una finestra sul retro.

Una volta dentro l’abitazione, il gruppo ha sorpreso i tre adolescenti che si trovavano nella tavernetta del piano interrato. I giovani sono stati immobilizzati prima che i banditi salissero al piano superiore per affrontare gli adulti presenti: Crescenzi e sua moglie sono stati costretti a scendere nella tavernetta insieme al figlio più piccolo di 14 anni. Qui sono stati legati con fascette plastiche sotto minaccia delle armi.

Durante l’operazione criminale, Crescenzi è stato costretto a rivelare dove si trovasse la cassaforte della casa. I rapinatori hanno rapidamente svuotato il contenuto della cassaforte prelevando denaro contante e gioielli oltre alle pistole legalmente detenute dall’armatore stesso. La rapidità dell’operazione suggerisce che i malviventi avessero pianificato tutto nei dettagli ed erano ben informati sulle abitudini quotidiane della famiglia.

Dopo aver completato il colpo senza lasciare tracce evidenti sul posto visibile dall’esterno della villa grazie all’oscurità notturna circostante, la banda ha lasciato l’abitazione fuggendo nelle campagne limitrofe mentre le vittime rimanevano immobilizzate nel seminterrato.

Le indagini avviate dai carabinieri

I carabinieri intervenuti sul luogo del crimine hanno immediatamente avviato le operazioni per raccogliere prove utili alle indagini sull’accaduto. Gli agenti del reparto scientifico hanno effettuato prelievi biologici ed esaminato attentamente l’intera area alla ricerca di impronte digitali o altri elementi utili per identificare gli autori del colpo.

Le prime analisi sembrano aver dato risultati promettenti: sarebbero state rinvenute tracce biologiche significative che potrebbero portare all’identificazione dei responsabili della rapina. Le indagini proseguono sotto la direzione dei carabinieri della compagnia locale guidata dal capitano Gianluca Ceccagnoli; questi ultimi stanno collaborando anche con il Nucleo investigativo del comando provinciale di Teramo.

Gli investigatori stanno esaminando le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona circostante alla villa per cercare eventuale movimento sospetto nei giorni precedenti all’incursione. Inoltre, stanno raccogliendo testimonianze da parte dei vicini o passanti che potrebbero aver visto qualcosa prima o dopo l’accaduto. È possibile che i malviventi abbiano effettuato sopralluoghi nei giorni precedenti per studiare meglio come muoversi senza destare sospetti durante l’attacco finale.

La situazione resta delicata mentre le autorità continuano ad approfondire ogni pista disponibile nel tentativo non solo d’identificare ma anche catturare coloro responsabili dell’episodio traumatico vissuto dalla famiglia Crescenzi.