Raid aerei nello Yemen: almeno 31 civili uccisi nell’operazione di Donald Trump

Diversi raid aerei condotti dalle forze statunitensi hanno colpito lo Yemen, portando a gravi conseguenze per la popolazione civile. Questa operazione, ordinata dall’ex presidente Donald Trump, ha suscitato reazioni forti e condanne sia a livello locale che internazionale. Secondo il ministero della Salute degli Houthi, almeno 31 civili hanno perso la vita e oltre 100 sono rimasti feriti, con una particolare enfasi sulle vittime tra donne e bambini.

I dettagli dell’attacco e le vittime

Il bilancio fornito dal ministero della Sanità degli Houthi evidenzia che molte delle vittime erano donne e bambini, un dato che solleva interrogativi sull’operazione e sulla protezione dei civili in caso di conflitto. Il portavoce Anis al Asbahi ha descritto la situazione come “preoccupante” e ha dichiarato in un post su X che “condanniamo e denunciamo i crimini contro i civili e gli obiettivi civili che si considerano un crimine di guerra”. Queste parole riflettono la gravità della situazione e il rischio che simili attacchi comportano per la popolazione innocente.

Alcune fonti riportano che i raid hanno preso di mira strutture strategiche come radar, sistemi di difesa aerea e centri di comando, facendo parte di una più ampia strategia militare per contrastare la crescente influenza degli Houthi nella regione. Tuttavia, l’alto numero di vittime civili suscita forti critiche e pone domande sulla legittimità e sull’efficacia di tali operazioni nei conflitti moderni.

Le reazioni internazionali e la condanna dell’Iran

L’attacco ha attirato l’attenzione e la condanna del governo iraniano, che sostiene gli Houthi. Esmail Baghaei, portavoce del ministero degli Esteri iraniano, ha denunciato gli attacchi aerei come una violazione dei principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite e una grave aggressione contro la sovranità nazionale. La dichiarazione ha messo in evidenza un punto cruciale: le tensioni geopolitiche nel Medio Oriente continuano a influenzare le azioni militari e le ripercussioni sui civili.

Inoltre, Baghaei ha sottolineato che l’intervento militare è in linea con il supporto occidentale alle operazioni contro il popolo palestinese, evidenziando un legame tra le varie situazioni di conflitto nella regione. Queste affermazioni contribuiscono a un clima di ulteriori tensioni e controversie sulle azioni intraprese dagli Stati Uniti e dai loro alleati.

La posizione degli Stati Uniti e il futuro della missione

Donald Trump ha giustificato i raid come una risposta necessaria alle aggressioni degli Houthi contro navi americane e alle minacce nei confronti della navigazione nel Mar Rosso. Secondo fonti governative, il Segretario di Stato Marco Rubio ha avvertito la Russia riguardo al sostegno dell’Iran agli Houthi, sottolineando l’intransigenza americana sulle aggressioni aeree. “I continui attacchi degli Houthi alle navi militari e commerciali statunitensi non saranno tollerati,” ha affermato Rubio riferendosi alla preoccupazione delle forze militari statunitensi in quella regione.

Le autorità americane hanno fatto sapere che gli attacchi aerei potrebbero proseguire per giorni, con una strategia mirata a indebolire le capacità militari degli Houthi. La crescita delle tensioni nel Medio Oriente richiede un monitoraggio attento e una valutazione equilibrata dei rischi coinvolti per le forze in campo e per la popolazione civile, già duramente provata da anni di conflitto. La situazione resta delicata e in continua evoluzione, con attese da parte della comunità internazionale su come si svilupperà nelle prossime settimane.

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